Dal diritto all'oblio alla cassa di risonanza. Non è stata fortunata una delle prime applicazioni del diritto a essere dimenticati per gli utenti internet, sancito da una recente sentenza della Corte Ue. Un noto giornalista della Bbc, Robert Peston, ha aspramente criticato il motore di ricerca Google per aver deciso di eliminare dal suo archivio - dopo avviso - un post dell'editorialista risalente all'ottobre 2007 in cui criticava il banchiere di Wall Street Stanley O'Neal. Peston ha dichiarato che così si "uccide" il giornalismo e la polemica che ne è scaturita ha avuto l'effetto contrario rispetto al diritto ad essere dimenticati.
L'articolo sotto accusa infatti è rimbalzato centinaia di volte sui social network per il clamore che la vicenda ha provocato. Sono stati scritti più di 300 commenti e fra questi molti che criticavano l'applicazione del diritto all'oblio quando questa va contro il diritto all'informazione. Non è ancora chiaro chi abbia chiesto la rimozione del post. Nell'articolo, poi, non venivano mosse particolari accuse a O'Neal. Si parla, infatti, all'inizio della crisi finanziaria globale nel 2007, delle sue dimissioni dal ruolo di amministratore delegato nel colosso Usa Merryl Lynch. E più che altro vengono criticati i veterani della banca che avrebbero scaricato le loro responsabilità su di lui. Secondo il Times, sino ad ora sono state 50mila le persone che hanno fatto richiesta di eliminare contenuti online che danneggiano la loro reputazione.
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