Genova, profughi "schedati" per colpire le onlus negligenti

Profughi "schedati" a Genova: il Comune vuole vederci chiaro sull'attività delle onlus che usano fondi pubblici

Genova, profughi "schedati" per colpire le onlus negligenti

Profughi "schedati" dalla polizia municipale "per colpire le onlus negligenti". Il Comune di Genova ha scelto questa strada per verificare se le associazioni che hanno in carico i migranti, con i fondi messi a disposizione dallo Stato, stiano realmente portando avanti i programmi di integrazione.

Come spiega l'assessore comunale alla sicurezza, Stefano Garassino, in un'intervista a Repubblica: "Il fenomeno dell'accattonaggio degli immigrati davanti ai supermercati e a ogni angolo delle strade, sta assumendo proporzioni enormi: sono dappertutto. Forse è questione di poca attenzione da parte di qualche onlus, ma abbiamo anche il sospetto che qualcuna, diciamo poco seria, se ne stia approfittando e non faccia seguire il percorso di inserimento sociale, pensando solo a incassare soldi pubblici. Dei contribuenti".

L'amministrazione ha deciso di creare un database e inviare report periodici alla prefettura, dopo una serie di controlli di routine effettuati dalla polizia municipale. I vigili hanno notato che molti giovani richiedenti asilo politico dormono spesso per strada o chiedono l'elemosina anche per tutta la giornata, mentre dovrebbero essere nei centri di accoglinza. "Arrivano alle 8 di mattina e se ne vanno alle 8 di sera. Lo Stato paga per il loro vitto e alloggio. Devono seguire dei corsi di integrazione, di alfabetizzazione, di educazione civica. Imparare l'italiano e l'inglese. Invece, molti di loro passano le giornate a non fare niente. Come mai?", si chiede l'assessore Garassino, nell'intervista a Repubblica.

Così, la polizia municipale ha iniziato a raccogliere una serie di dati (quante volte un profugo è stato identificato, in che punto della città e cosa stava facendo) che vengono periodicamente trasmessi all'ufficio immigrazione della prefettura. Se c'è un caso sospetto, scattano le verifiche. "Sia chiaro che non si tratta di una caccia all'immigrato - conclude l'assessore Garassino -, ma solo un tentativo di fare chiarezza su alcuni aspetti dell'accoglienza.

Il nostro lavoro si limita a uno screening, spetta alla prefettura verificare se le associazioni rispettano i bandi. Non a noi. Un letto per dormire però può significare anche speculazione. La maggior parte delle associazioni compiono bene il loro lavoro, ce ne sono alcune su cui nutriamo seri dubbi".

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