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I film di Sordi sono leggenda, la casa un museo

Certo fa sempre effetto entrare nell'abitazione di un «cittadino illustre» (come lo definisce il ministro dei Beni culturali Franceschini) che non c'è più. Immaginarla vissuta dal più grande interprete dell'Italiano medio che il nostro paese abbia mai avuto, e cioè Alberto Sordi, mette una certa malinconia se non tristezza (ma anche un sorriso quando si entra nella splendida barberia). Perché effettivamente non ce lo siamo poi tanto meritati Alberto Sordi. E lo strascico giudiziario, ancora non risolto, sulla sua eredità, è solo uno dei tanti aspetti tristi che la sua mancanza sottolinea.

Così appaiono meritorie, oltre che avvolte da una affettuosità bella e sincera, le nuove attività che ruotano attorno alle due fondazioni, «Alberto Sordi per i Giovani» presieduta da Carlo Verdone (tra i consiglieri anche Giuseppe Tornatore) e «Museo Alberto Sordi» presieduta da Italo Ormanni. Ma anche in questa istituzione, voluta da Aurelia Sordi per realizzare un museo dedicato al fratello, è consigliere Verdone che si è speso non poco in questi anni, dalla morte di Albertone nel 2003 ad oggi, per cercare di condividere la memoria del suo amato maestro. E ieri, proprio nel giorno in cui Sordi avrebbe compiuto 95 anni, Verdone ha deciso di aprire per la prima volta alla stampa la villa di Sordi di fronte alle Terme di Caracalla che ora diventerà un museo: «È una giornata molto importante - ha detto l'attore nella saletta teatrale voluta da Sordi con tanto di palco e camerini - perché oggi possiamo annunciare che le attività delle due fondazioni sono a un buon punto. Grazie anche all'interessamento del ministro Franceschini che è riuscito a mettere sotto tutela questa abitazione». Così tre dipinti di Giorgio De Chirico sono già esposti, sempre a Roma, presso la Galleria nazionale d'arte moderna, l'archivio dei documenti e i beni della casa sono già stati catalogati dalla sovrintendenza regionale delle biblioteche, ed è stato completato il trasferimento presso la Cineteca nazionale del Centro sperimentale di cinematografia di tutto l'archivio audiovisivo dell'attore, comprese molte pellicole (alcune in cattivo stato di conservazione). Con la digitalizzazione di quel fenomenale programma, Storia di un italiano , 36 puntate per 37 ore di trasmissione realizzate da Sordi con il suo sceneggiatore Rodolfo Sonego, a disposizione solo per fini culturali perché ricorda Emiliano Morreale, conservatore della Cineteca nazionale, «il materiale non può essere messo in commercio per via dei numerosi aventi diritti delle decine di film presenti». E infatti non può essere mandato in onda neanche dalla Rai anche se Franceschini assicura il supporto del ministero per diffondere un documento «che interessa tutte le generazioni, in particolare i ragazzi di oggi che attraverso Storia di un italiano vedono un pezzo d'Italia che non hanno potuto conoscere».

Tante le attività in programma, dal finanziamento di alcuni tirocinii per i giovani nel settore archivistico sempre della Cineteca

nazionale, alla rassegna estiva Alberto il grande! , dal 27 giugno al 3 luglio nell'arena antistante la villa, che si inaugura con Una vita difficile in una serata condotta da Pippo Baudo con Carlo Verdone e Giuseppe Tornatore.

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