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I lavori che nessuno vuole più fare: quali sono i più richiesti

Secondo il rapporto Excelsior 2018 di Unioncamere ad Anpal, molte aziende sono alla ricerca di profili altamente specializzati ma in molti casi i contattati non hanno voglia o non hanno le competenze per svolgere il lavoro

I lavori che nessuno vuole più fare: quali sono i più richiesti

AAA cercasi lavoro. Quante volte ci è capitato di leggere un annuncio del genere. Eppure c'è una sfilza di mestieri che nessuno vuole fare più. Lavori ben retribuiti che richiedono impegno, sacrifico e una dose di alta specializzazione. Ed ecco così, che alcuni imprenditori si trovano in difficoltà nel ricercare il giusto profilo per la propria azienda.

Si stenta a trovare addetti soprattutto nelle regioni settentrionali, dove il mercato del lavoro è più competitivo ed efficiente. Anche al Sud, però, dove i tassi di disoccupazione sono più che doppi rispetto al Nord, le difficoltà di reperimento riguardano comunque circa un lavoratore su cinque, e anzi per alcuni gruppi professionali sono maggiori nel Mezzogiorno che in altre zone del paese. Paradossale se si pensa all'alto numero di richieste di un lavoro. Insegnanti di lingue, analisti e progettisti di software, specialisti di saldatura elettrica, agenti assicurativi, elettrotecnici: per le imprese, quasi 6 su 10 di queste professioni sono difficili da trovare.

Il rapporto Excelsior 2018 di Unioncamere a Anpal, mette in evidenza il problematico incontro tra la domanda di lavoro e l’offerta sul mercato. Un disallineamento che nel 2018 ha riguardato il 26 per cento degli oltre 4,5 milioni di contratti di lavoro che il sistema produttivo aveva intenzione di stipulare, 5 punti percentuali in più del 2017. Tra i profili difficili da reperire ci sono anche elettrotecnici, tecnici elettronici, tecnici meccanici e nell’ambito dei servizi si cercano agenti assicurativi, tecnici programmatori e agenti immobiliari. Altissima la richiesta di ingegneri elettrotecnici, analisti e progettisti di software, installatori, manutentori e riparatori di apparecchiature informatiche. E poi, mancano panettieri, muratori, saldatori e falegnami. "Lo sviluppo tecnologico sta incidendo anche sulle competenze richieste ai lavoratori: in futuro a oltre 9 profili su 10 sarà associata la richiesta di competenze digitali - afferma il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli -. Occorre far collaborare tutti i soggetti coinvolti per migliorare la qualità dei servizi di istruzione, formazione e lavoro. Le Camere di commercio possono garantire, attraverso il Sistema informativo Excelsior e il Registro delle imprese, un’informazione corretta, aggiornata, puntuale e tempestiva sia sul mercato del lavoro sia sul tessuto produttivo".

Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro riguarda anche profili ad alta specializzazione tra i manager: il 40 per cento dei 265mila profili di dirigenti, professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione ricercate lo scorso anno dalle imprese. "Il mismatch domanda offerta di lavoro interessa poi il 26,5% dei 649mila conduttori di impianti, il 22,1% del milione e 238mila profili qualificati nelle attività commerciali e nei servizi, il 19,5% dei 400mila impiegati. Solo il 12,1% delle 701mila professioni non qualificate risulta invece difficile da reperire", si legge nel report diffuso da Unioncamere.

Per quanto riguarda i giovani, la situazione è ancora più allarmante perché nonostante la necessità di intervenire con politiche attive sul lavoro emerge chiaro che del milione e 267mila contratti per i quali le imprese si sono dette orientate verso gli under 30, il 28% è ritenuto non facile da trovare, con punte del 62% per gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, del 45% per i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione e del 43% per gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche.
Insomma il lavoro c'è ma molti preferiscono evitare perché cercano l'occasione giusta: in linea con le proprie aspirazione. Ed è corretto ma c'è un caso emblematico e che dovrebbe far riflettere. In Italia mancano i panettieri, lavoro ricercato ma che pochi, o pochissimi accettano. Stesso discorso anche per i saldatori a cui è richiesta una specializzazione di alto livello che non sempre chi si presenta ai colloqui possiede.

E poi si cercano garzoni di bottega, artigiani specializzati nel lavoro del ferro, falegnami, indoratori, idraulici, carpentieri, tappezzieri, barbieri, elettricisti, giardinieri e calzolai. Mestieri che a quanto pare non attirano più di tanto i giovani.

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