Sono ormai insormontabili gli "ostacoli" che separano il comune di Torino dai revisori dei conti, che hanno così comunicato le loro dimissioni irrevocabili, chiarendo di essere per "definizione estranei alle dinamiche politiche interne all'ente" e che mesi di polemiche hanno portato all'incrinarsi del rapporto di fiducia che deve esistere con l'amministrazione.
Molte le questioni che hanno portato alla rottura con la giunta guidata da Chiara Appendino. Prima il debito Ream, che ha portato all'accusa di falso per il sindaco, poi i pareri contrari all'assestamento e al bilancio consolidato. Infine "l’assenza di collaborazione e le pressioni ricevute", che Herri Fenoglio, Maria Maddalena De Finis e Nadia Rosso citano nella lettera pubblicata dal dorso locale del Corriere della sera, parlando anche di una "assenza di collaborazione" e di "pressioni ricevute".
Pressioni che si sono concretizzate nella richiesta di un passo indietro arrivata da alcuni membri della maggioranza all'indomani della pubblicazione dei pareri negativi sul bilancio. E che ora hanno portato alle dimissioni formali.
"Un rapporto iniziato male e finito peggio - critica il capogruppo dei Moderati in Sala Tossa, Silvio Magliano - Una situazione di una gravità inaudita.
Mi aspetto che la Città prenda posizione anche a proposito delle ragioni addotte dai revisori, che parlano di 'pressioni ricevute' e che la sindaca intervenga in Aula, a questo proposito, già nella seduta di lunedì prossimo".L'amministrazione di Torino finisce così di nuovo nella pagine della politica, dopo che oggi la consigliera Deborah Montalbano si è auto-sospesa, accusata di avere utilizzato un'auto blu per ragioni private.
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