Cronache

Taxi fermi in tutta Italia: ecco cosa sta succedendo

Manifestazioni a Roma, corteo di auto bianche a Milano e presidi a Napoli, Genova e Torino. Fino alle 22.00 i tassisti incrociano le braccia

Taxi fermi in tutta Italia: ecco cosa sta succedendo

Traffico a rilento, clienti lasciati a piedi e centri cittadini bloccati. Questa mattina è andato in scena lo sciopero nazionale dei tassisti, che ha avuto adesioni altissime, fino a sfiorare l'80% dei conduncenti delle auto bianche. I taxi resteranno fermi dalle 8.00 alle 22.00.

A Roma, le principale sigle sindacali di categoria hanno manifestato davanti al ministero dello Sviluppo Economico e nel pomeriggio si sposteranno sotto il ministero dei Trasporti. A Milano, il corteo di taxi è partito a metà mattina da Piazza Affari e, con la scorta di carabinieri e polizia locale, ha attraversato il centro cittadino fino ad arrivare alla Stazione Centrale alle 11.20 circa. Qui i tassisti hanno allestito alcuni gazebo e hanno issato striscioni di protesta. Anche gli aeroporti delle due più grandi città d'Italia - Fiumicino, Linate e Malpensa - sono rimasti senza taxi. A Torino circa 300 adesioni con un corteo partito questa mattina da piazza Vittorio verso via Po bloccando il traffico dei mezzi pubblici e delle auto. A Genova, Napoli e Torino sono in corso presidi simili.

I sindacati hanno motivato la manifestazione con un comunicato: "Piattaforme di intermediazione digitale (le app su smartphone) e vettori di tutti i tipi, a partire dalle auto di noleggio da rimessa, per passare a pulmini di varia tipo e natura, fino ad arrivare a golf car e risciò che svolgono indisturbati un'attività in parte o addirittura totalmente abusiva. In assenza di regole certe possono agire indisturbati continuando ad invadere il nostro specifico comparto d'azione nel quale in uno stretto contesto di norme, noi siamo invece costretti ad agire". "Vorremmo ricordare a tutti - aggiungono- che per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini, mentre nel Paese tutto si fermavano in piena pandemia, noi abbiamo continuato a svolgere in modo ininterrotto il nostro lavoro, per adempiere alla funzione fondamentale di servizio pubblico che svolgiamo, distinguendoci spesso anche per gesti di grande generosità.

Saremo in piazza - concludono - poiché non possiamo più accettare di continuare ad essere umiliati e per chiedere regole certe per tutti che restituiscano dignità ai nostri operatori".

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