I tedeschi puntano sull'eccellenza del Sud dell'Italia e la Bosch rilancia a Bari, dopo aver vinto - prima azienda italiana in assoluto - la palma di miglior organizzazione del lavoro in Europa, nel 2014, con la sua sede nella città del Levante, leader mondiale nella tecnologia common rail, vera rivoluzione dei motori diesel. La multinazionale tedesca s'impegna, in Italia, a proporre il sistema di alternanza scuola-lavoro, quale possibile prospettiva per diminuire la disoccupazione giovanile. Con oltre 100 anni di storia e quasi 6mila collaboratori, la Bosch è nel nostro Pese una realtà radicata nel tessuto socio economico. «Alternanza scuola-lavoro» e «Allenarsi per il Futuro» sono i due strumenti presentati a Stefania Giannini, ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca, che ha fatto recentemente visita allo stabilimento di Modugno, alle porte di Bari. «Come sede di una multinazionale che deve molto del suo successo anche all'Italia - ha spiegato Gerhard Dambach, amministratore delegato Robert Bosch Italia, attiva nel nostro Paese dal 1904 - sentiamo forte la responsabilità non solo di mantenere la profittabilità necessaria a garantire l'occupazione, ma anche di creare le condizioni utili affinché i giovani abbiano maggiori prospettive lavorative».
A ottobre dello scorso anno, la multinazionale tedesca, insieme alla Fondazione Its Meccanica Meccatronica «Cuccovillo» di Bari, ha istituito un corso d'eccellenza biennale, per l'ottenimento della qualifica di «Tecnico Superiore per la Produzione». Il percorso, ispirandosi al modello tedesco di alternanza scuola-lavoro, in parte simile alle nostre vecchie scuole di Arti e Mestieri, prevede lezioni teoriche in aula e pratiche in azienda. Con lo stesso obiettivo, lo stabilimento, insieme ad altre aziende, ha di recente firmato un accordo con Politecnico di Bari e Confindustria Bari. Coinvolti una ventina di studenti di ingegneria meccanica e altrettanti di ingegneria informatica che, a partire dallo scorso gennaio, svolgeranno almeno 500 ore di tirocinio in azienda e seguiranno seminari tenuti dalle imprese nell'ambito dei corsi accademici ufficiali.
La formazione in casa Bosch ha una lunga tradizione. Era il 1913, infatti, quando Robert Bosch fondò la prima officina per apprendisti all'interno della sua azienda. Anche in Italia, quindi, Bosch, da tempo, si sta impegnando in modo attivo con enti, istituzioni e scuole, al fine di proporre e promuovere il sistema di alternanza scuola-lavoro, quale possibile prospettiva per diminuire la disoccupazione giovanile. «Allenarsi per il futuro» è invece il progetto che raccoglie iniziative ed eventi il cui obbiettivo è quello di orientare e formare i giovani per un migliore inserimento nel mondo del lavoro, con protocolli già firmati da Bosch con le regioni Lombardia, Campania, Abruzzo, Puglia e Veneto.
L'antico Regno delle Due Sicilie torna, così, a farsi onore nell'eccellenza, diventando capofila, in Italia e in Europa di un vasto progetto di ricollocamento d'impresa. «Un progetto ammirevole - ha spiegato il ministro Giannini - che può diventare un modello vincente in ogni regione d'Italia e al quale ci sentiamo di aderire. È mio impegno promuoverlo in ogni sede istituzionale del Paese».
«In Puglia - ha sottolineato Jens Last, amministratore delegato di Bosch Bari - abbiamo trovato terreno fertile nell'applicazione del modello dell'Alternanza, grazie alla collaborazione con la Fondazione Its Cuccovillo, Confindustria e Politecnico di Bari. Il sistema d'istruzione legato all'industria, pertanto, si è dimostrato vincente e innovativo, e ha confermato la nostra convinzione che in Italia si può fare sistema, si può fare innovazione e si può fare eccellenza».
Lo sviluppo della rete AsConAuto-Associazione nazionale consorzi concessionari auto, che rappresenta l'intera filiera automotive nell'assistenza post vendita, è costante e ha permesso di oltrepassare le attese nel 2014 con un giro d'affari che ha superato i 404 milioni (+13,1% sul 2013) al netto di Iva. È il risultato della strategia del «fare sistema», tra aziende di concessionari di marchi diversi, per diminuire i costi logistici e commerciali nel mondo della vendita dei ricambi originali attraverso un processo di valorizzazione delle risorse esistenti sul territorio e tramite un efficiente servizio di distribuzione centralizzata a officine e carrozzerie. Nel mondo dei ricambi, AsConAuto è la più grande associazione d'Europa e lo affermano i numeri: 20 consorzi, 788 concessionari auto con 1.164 sedi operative, 81 marchi rappresentati, oltre 15mila auto riparatori (10.319 officine meccaniche e 4.769 carrozzerie), una flotta di 234 furgoni (una delle più grandi d'Italia), 85 promoter (venditore del ricambio che non è dedicato a un singolo marchio ma a tutti) con la copertura di 57 province e 15 regioni.
«In Italia - spiega il presidente Fabrizio Guidi - il parco circolante invecchia soprattutto per il calo di immatricolazioni. Le auto a benzina hanno mediamente 12 anni e due mesi di vita, quelle a gasolio 7 anni e 7 mesi, le benzina/Gpl o benzina/gas poco più di 5 anni.
Un parco che percorre 400 miliardi di chilometri l'anno, come quello italiano, ha bisogno dell'intervento specializzato di meccanici e di carrozzieri. È comunque importante che gli automobilisti imparino a guardare di più alla qualità del riparatore e a quella del pezzo di ricambio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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