Cronache

Una reginetta col velo: a Milano incoronata "miss hijab"

A Milano il primo concorso europeo dedicato alle donne velate. La prima classificata, una studentessa 23enne, ha vinto un viaggio a La Mecca. "Ora sono un modello per le mie coetanee"

Una reginetta col velo: a Milano incoronata "miss hijab"

"Ora sono un modello per le mie coetanee". La reginetta con il velo islamico sorride e già si sente un simbolo. Sul capo ha pure una coroncina, appoggiata su quell'indumento menzionato anche nel Corano. Una giuria l'ha appena decretata vincitrice, nonché destinataria, dell'ambito premio in palio: un viaggio a La Mecca. Tra oltre cento ragazze in gara, la 23enne Mariam Eloziri è stata eletta come prima classificata nel concorso "Regina con il Hijab. Sii l'esempio", il primo contest in Europa riservato alle donne con il velo. L'evento, svoltosi sabato scorso a Cinisello Balsamo (Milano), è stato organizzato per "sostenere le ragazze velate nelle grandi sfide che stanno affrontando nelle società europee", come spiegato nella locandina che invitava le musulmane nate e cresciute in Italia a parteciparvi.

Le aspiranti reginette, divise in due fasce d'età (14-18 e 19-25 anni), hanno sfilato davanti a una giuria che si è espressa in base alla vestibilità del velo, dell'intero abito e della modestia con cui le partecipanti lo indossavano. La vincitrice della prima categoria, a quanto si apprende, è stata la 18enne di Milano Nourhan El Nagar, mentre a prevalere nella seconda è stata la già citata studentessa di Abbiategrasso Mariam Eloziri. L'intera cerimonia è stata ripresa e trasmessa sui social. "Vogliamo che queste giovani siano un esempio per le loro coetanee. Alle ragazze della fascia d'età 14-18 anni abbiamo chiesto la pagella per vedere il loro livello scolastico, mentre alle più grandi il curriculum. Vogliamo che queste giovani siano un esempio per le loro coetanee. E vogliamo che vadano fiere della propria scelta nonostante le difficoltà", ha spiegato l'organizzatrice del concorso, Assia Belhadj, attivista e presidente dell'associazione Movimento delle donne musulmane d'Italia.

"La società occidentale non riesce a vedere la donna velata come qualsiasi altra donna, ad andare oltre lo hijab. C'è ancora l'ostacolo del velo, la comunità non riesce ad accettarlo e a vederlo come una cosa normale", ha aggiunto la donna italo-algerina, che in passato si era candidata in Veneto per il centrosinistra. Così, è scattata l'idea del concorso per incoronare la "miss velata": una competizione nella quale - ha ribadito la stessa organizzatrice - le partipanti non sono state valutate per la loro avvenenza, ma per "la vestibilità dell'hijab secondo i criteri musulmani e l'impegno nella società". Nulla a che vedere, insomma, con gli occidentalissimi concorsi di bellezza.

"L'ambiente e gli abiti rispettavano fedelmente la nostra cultura e durante il concorso ho molto apprezzato che non si puntasse affatto sulla bellezza. A turno ci hanno chiesto quali fossero i nostri valori e perché portassimo il hijab, facendo attenzione al tipo di abbigliamento", ha raccontato a La Stampa la vincitrice della categoria 19-25 anni, che grazie al successo riscosso nel concorso potrà compiere il proprio viaggio a La Mecca. "Mettere il velo per me significa avere fiducia in me stessa e in Allah. Mi fa sentire una regina a prescindere dal titolo che ho vinto. Ora ho una responsabilità nei confronti delle mie coetanee, mi prenderanno come modello da seguire", ha aggiunto la ragazza.

Ma è proprio l'idea di "modello" a suscitare pareri discordanti. Mentre all'interno della stessa comunità islamica la manifestazione faceva storcere il naso a qualcuno (troppo "occidentale" l'idea del concorso), sui social la notizia innescava critiche e perplessità.

"Solo in Italia succedono queste cose", ha commentato su Facebook un utente, riferendosi al curioso primato del nostro Paese nella tipologia di iniziativa.

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