I foreign fighters partiti dall'Italia per combattere in Siria sarebbero almeno 87, e dieci di essi avrebbero già fatto ritorno nel nostro Paese.
Lo sostieneun rapporto diffuso martedì dalla società specializzata in servizi di intelligence Soufan Group. La Soufan, che collabora con diversi governi e multinazionali, pubblica rapporti regolari sul numero di foreign fighters in Siria sin dal giugno 2014, quando vennero identificati 12mila combattenti da almeno 81 Paesi diversi.
A un anno e mezzo di distanza il loro numero è più che raddoppiato: tra le zone con il maggior incremento ci sono l'Europa (+100%), la Russia e l'Asia centrale (+300%). Le nazionalità più rappresentate sono la Tunisia, con 6000 foreign fighters, l'Arabia Saudita (2500), la Russia (2400) e la Turchia (2100). Circa due o tre combattenti ogni dieci fanno ritorno poi in Occidente.
Nell'Unione Europea, i numeri più significativi interessano la Francia (1700 partiti e 250 circa ritornati), la Germania (760 partiti e oltre 200 ritornati) e il Regno Unito (760 partiti e 350
ritornati).A livello globale, comunque, il numero dei foreign fighters è salito da 12mila a una media di 29mila: gli sforzi della Coalizione per contenere l'espansione dello Stato islamico, sino ad ora, sono valsi a poco.
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