Ladri di tricicli

Se rubare ai bimbi non è reato

Ladri di tricicli

Settimo non rubare. A meno che il derubato non sia un bimbo di 4 anni. Perché allora tutto è concesso, almeno per il gip di Lecco Salvatore Catalano che ha archiviato il procedimento a carico di una donna entrata nella sua casa per portargli via (e non rubare, dunque) trattore a pedali e bicicletta. Non un reato, secondo il giudice, perché il fatto è da considerarsi di «particolare tenuità», considerato il valore venale degli oggetti. Almeno 250 euro. Pochi forse per i ricchi stipendi dei magistrati, magari non per la mamma e di sicuro non per quel bambino che forse, anzi di sicuro ai suoi giocattoli attribuiva ben altro valore del loro semplice prezzo. Argomento troppo sofisticato per un'aula di tribunale, ma non per una madre che ha chiesto cosa avrebbe fatto lo stesso giudice di fronte al furto di un cellulare da 250 euro e non del trattorino.

E, a proposito della «tenuità del fatto» e il richiamare l'articolo 131 bis del codice penale che «mira a impedire la celebrazione di un processo inutile quando la notizia di reato, non destituita di fondamento, attenga però a un fatto di particolare tenuità» e la considerazione che il bimbo «non risulta traumatizzato avendo invitato alla festa di compleanno il figlio» della donna imputata per furto, la stessa mamma ha fatto presente che «quegli oggetti gli erano molto cari». E «vederseli sottrarre, ha provocato in lui una reazione di rabbia e tristezza». Probabilmente la stessa di chi è arrivato in fondo a queste righe.

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