Cronache

L'allarme degli oncologi: "La prossima pandemia sarà il cancro"

La denuncia degli oncologi durante il Cracking Cancer Forum 2020: "Da quando c'è il Covid, non si fanno più percorsi diagnostici per il cancro"

L'allarme degli oncologi: "La prossima pandemia sarà il cancro"

"La prossima pandemia sarà il cancro". A lanciare l'allarme è il professor Oscar Bertetto, direttore del Dipartimento Rete Oncologica Piemonte-Valle d'Aosta, nel corso del dibattito L'oncologia durante e dopo il Covid durante la prima sessione di lavoro del Cracking Cancer Forum 2020, che quest'anno si tiene in forma digitale.

Più di 1 milione e 400mila screening oncologici persi

Se i numeri del Covid terrorizzano l'Italia intera, quelli del cancro sono da far letteralmente accapponare la pelle. Dall'inizio del 2020 ad oggi, più di 1 milione e 400mila screening oncologici sono andati persi nel marasma ingenerato dalla pandemia. Duemila carcinoma alla mammella, 1600 tumori della cervice e ben 3000 adenomi del colon sono stati oscurati dalla gigantesca ombra del Coronavirus. Così, mentre i bollettini dell'infezione virale gridano all'Apocalisse quelli del cancro finiscono nel dimenticatoio. Eppure ci sono, ci sono eccome. Proprio oggi, il portale del polo ospedaliero Humanitas ha riferito i dati relativi all'insorgenza dei melanoma nell'ultimo anno: l'incremento è pari al 20% passando dai 12.300 casi del 2019 ai quasi 14.900 nel 2020. Non c'è report settimanale che tenga, non c'è stretta ministeriale che possa allentare la morsa del cancro e neanche un vaccino può fare miracoli."La prossima pandemia sarà quella dei tumori", avvertono gli oncologi.

"Non si garantiscono i percorsi diagnostici"

Che in Italia non ci sia neanche più un ospedale "Covid free" è un dato di fatto. Ma che arretrino le terapie per i malati di tumori o, peggio ancora, che non sia più garantita neanche la possibilità di una diagnosi preventiva è a dir poco raccapricciante. "C'è una estrema carenza di servizi diagnostici, - denuncia il professor Oscar Beretto - in molte strutture non possiamo inviare pazienti perché non sono state separate dalle aree Covid. Abbiamo bisogno di avere spazi Covid free al di fuori degli ospedali". Così, mentre negli ospedali si sceglie "chi salvare e chi no" tra i degenti nelle terapie intensive (è il grido unanime di molti virologi), le persone affette da cancro faticano a mettersi in lista anche solo per uno screening. Tutta colpa del virus? A quanto pare, no.

"I tumori sopravviveranno al Covid"

A dirlo è Pierfranco Conte, ordinario di Oncologia Medica dell'Università degli Studi di Padova e coordinatore della Rete oncologica del Veneto. "I tumori purtroppo sopravviveranno al Covid - afferma il professore nel corso del suo intervento al forum sul cancro ripreso dal quotidiano La Stampa - e nonostante decreti e documenti non è vero che l'oncologia viene preservata perché si appoggia a radiologia, endoscopia e altri servizi che sono pesantemente influenzati". La sua denuncia è rivolta all'intera organizzazione sanitaria: "Si parla di modello Italia per il Covid, - conclude -ma il nostro Paese ha la stessa mortalità del Messico, quattro volte quella della Germania, il doppio di Francia e Inghilterra.Bisogna spiegare il perché. Io sono d'accordo sulla deospedalizzazione ma ora abbiamo un numero di posti letto per abitante inferiore del 60% rispetto a a quello della Germania e la metà di quello della Francia.

Per anni il sistema sanitario è stato scheletrizzato, al di là dei colori politici dei governi".

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