Nelle prossime ore i giudici del tribunale del Riesame di Catania decideranno se accogliere la richiesta di scarcerazione presentata dal legale di Veronica Panarello, accusata di aver ucciso il figlio di 8 anni a Santa Croce Camerina (Ragusa).
Durante l'udienza durata circa sei ore, in aula c'era anche la stessa Veronica, che si è commossa e ha pianto quando ai giudici è stata mostrata l'immagine del piccolo Loris Stival. Intorno alle quattro del pomeriggio la corte si è riunita in camera di consiglio: una decisione è attesa entro le 12 di domani. "Ognuno è rimasto sulle proprie posizioni ha detto l'avvocato Francesco Villardita, legale della donna, "Saranno i giudici in piena serenità ad assumere le determinazioni e le decisioni più opportune secondo quella che sarà la loro coscienza".
Davanti alla corte, la procura di Ragusa ha confermato la sua ricostruzione basata anche sui filmati delle 41 telecamere di sistemi di sorveglianza presenti nel paese che, hanno ribadito i pm, "dimostrano senza dubbio che quel giorno la mamma non ha accompagnato il figlio a scuola", che "non ha seguito lo stesso percorso dei giorni precedenti" e per "due volte passa velocemente davanti alla strada del Mulino Vecchio, dove sei ore dopo è trovato il corpo del bambino, dicendo che lo fa per gettare la spazzatura, con tanti cassonetti vicino casa...". Veronica si è però sempre dichiarata innocente, negando ogni implicazione nell'omicidio del piccolo. Anche oggi il suo avvocato ha "contestato tutti i punti dell’ordinanza con memorie e consulenze" perché ci sono "diverse criticità", come "il protocollo per stabilire l’orario della morte di Loris e la relazione preliminare dell’autopsia".
Secondo una perizia di un consulente del penalista, infatti, il decesso del bambino sarebbe avvenuto non tra le 9 e le 10 del mattino, come sostiene l’accusa, ma diverse ore dopo, scagionando quindi la mamma che era a Donnafugata a seguire un corso e poi a scuola a prendere Loris. Una tesi che è stata contestata con fermezza dalla procura, che sostiene le perizie eseguite da due medici legali, uno dei quali un esperto del settore della polizia scientifica di Roma.
Distanti restano ancora i contatti tra Veronica e la sua famiglia. Il marito non è andato a trovarla, come lei aveva sperato e chiesto. Vicino le sono rimasti la zia materna, Antonella Stival, che chiede "l’esame del Dna di tutti quelli che conoscevano Loris" per scagionarla, e 538em;">suo padre Francesco Panarello, che ha ricevuto una mail di minacce e offese per lui e la figlia, annunciando la presentazione di una denuncia alla polizia postale di Catania.
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