Cronache

Di Maio sfida Whirpool: "Ci avete presi per il c…"

Il ministro del Lavoro ha aperto il tavolo sulla vertenza, incalzando l’azienda: "Avete preso 27 milioni di soldi pubblici"

Di Maio sfida Whirpool: "Ci avete presi per il c…"

Luigi Di Maio alza la voce con Whirlpool. La multinazionale statunitense produttrice di elettrodomestici, infatti, nei giorni scorsi ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Napoli, lasciando senza lavoro 430 persone.

Nel pomeriggio di oggi (martedì 4 giugno, ndr), il ministro del Lavoro ha aperto il tavolo sulla vertenza al Dicastero, incalzando i rappresentati dell'azienda sedutisi al tavolo delle trattative per tamponare la crisi in atto. "Se non siete in grado di dare risposte e devo rivolgermi ai vertici della multinazionale ditelo subito. Non perdiamo tempo. Lo Stato si farà rispettare", ha dichiarato il vicepremier pentastellato.

Dunque, il leader del Movimento 5 Stelle, ha aggiunto secco: "Si sono firmati accordi ben precisi, state creando un precedente gravissimo. Dovete rispettare istituzioni e lavoratori. Io sono e sempre sarò al loro fianco. Siamo disposti a impegnarci ancora di più con l’azienda per trovare una soluzione. Non si prende per il culo lo Stato italiano. Non con me, non con questo governo", raccogliendo l'applauso degli operai partenopei della Whirlpool presenti al Mise. Lavoratori che sono in presidio, alzando cartelli e indossando magliette la scritta "Napoli non molla".

Già, perché dal 2014 a oggi la società a stelle e strisce – così come riportato dall'Huffington Post, che ha citato fonti sindacali – avrebbe ricevuto la bellezza di 27 milioni di euro di fondi pubblici.

Ricordiamo come venerdì, 31 maggio, la multinazionale di elettrodomestici abbia annunciato ai sindacati la volontà di cedere lo stabilimento nel capoluogo campano, non rispettando quanto previsto nel piano 2019-2021 firmato dalle parti al Mise il 25 ottobre 2018: nel patto Whirpool si impegnava a investire 17 milioni di euro nella produzione.

Adesso, invece, vogliono tirare giù la saracinesca, lasciando a casa centinaia di lavoratori.

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