Dopo i domiciliari Marcello Pittella scrive una lettera

L'ex presidente della Regione Basilicata non esclude di ricandidarsi

Dopo i domiciliari Marcello Pittella scrive una lettera

Marcello Pittella, presidente della Regione Basilicata sospeso dalle funzioni nell'ambito dell'inchiesta sanità, rompe il silenzio con una lettera indirizzata ai lucani. Pittella è tornato in libertà il 24 settembre scorso, dopo l'arresto del 6 luglio (ai domiciliari) nell'inchiesta sui presunti concorsi truccati dell'azienda sanitaria provinciale di Matera, ma non esercita le funzioni poiché ancora sottoposto ad un divieto di dimora a Potenza, città in cui ha sede l'organo legislativo. Il suo nome è stato sempre tirato in ballo in questi mesi sia per le discussioni sulle prossime elezioni regionali sia per la richiesta di dimissioni, con tanto di mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle e centrodestra bocciata in Consiglio regionale. "Ho vissuto una vicenda difficile e sofferta, umanamente provante, istituzionalmente un impedimento grave non solo per me ma per i lucani, soggetti ad un'emergenza che mai avrei voluto né tanto meno immaginato", scrive nella lettera aperta. "Negli ottanta giorni trascorsi - aggiunge - ho assistito in silenzio, sostenuto dagli affetti e dalla fede, alle preventive condanne morali, ai frettolosi processi di piazza, fatti senza una conoscenza diretta, cancellando un uomo e la sua vita. Questo è il maledetto tempo che viviamo, dimentico di tutto, bulimico di giustizialismo pur che sia. Avrei dovuto dimettermi? Ci ho pensato qualche volta. Ma per chi vive la politica come una vocazione, la difesa di un principio diventa priorità anche rispetto a se stessi e alle difficoltà personali che si vivono. Oppure tutto finisce, non è più politica. Ogni cittadino è innocente fino a prova contraria".

Sulle mancate dimissioni Pittella spiega ancora le motivazioni. "È prevalso in me un sentimento di responsabilità -afferma- anzitutto perché consapevole degli atti importanti per i lucani che il Consiglio non avrebbe più potuto licenziare con le mie dimissioni, ed in secondo luogo, responsabilità nei confronti di una comunità politica cui dovevo la mia investitura e a quella più larga cui dovevo il mio successo elettorale. Pertanto, lo dico a chiare lettere: nessuno ha tenuto o tiene in ostaggio la Regione, come qualcuno ha detto. Né ho intenzione di farlo". Poi l'invito alle forze politiche da parte dell'ex presidente della Regione."Il Pd, il centrosinistra ricerchino dunque le soluzioni che ritengono più utili. La politica deve fare la politica, nel senso più nobile del termine.

Indicare un orizzonte programmatico e costruire la squadra migliore, aperta, inclusiva, sensibile e che abbia conoscenza del territorio. Questa regione merita ancora uomini che vivono l'impegno pubblico come scelta consapevole e non come spettacolo estemporaneo, sul quale puntare per avere fortuna".

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