Ignazio Marino è stato condannato a due anni nel processo d'appello per la vicenda degli scontrini in cui era rimasto coinvolto durante la sua esperienza di sindaco di Roma. L'ex primo cittadino della Capitale in primo grado era stato assolto. L'imputazione era per peculato e falso sugli scontrini di alcune cene consumate durante il suo mandato. Tra gli altri capi di imputazione anche quello di truffa perché presidente della onlus Imagine, reato questo per cui è stato assolto.
Adesso però è arrivata la condanna. Il Pg Vincenzo Saveriano aveva chiesto per l'ex sindaco una condanna a 2 anni e mezzo. La condanna riguarda i reati di peculato e falso. Marino inoltre è stato condannato anche al risarcimento delle spese processuali. Il caso degli scontrini di fatto aveva indebolito e non poco la tenuta della giunta di Marino. L'ex primo cittadino dopo settimane di braccio di ferro con il suo stesso partito, il Pd, decise poi di dimettersi dopo due anni di mandato e di far tornare i romani al voto. E dopo il verdetto della Corte di Appello è arrivato il commento dell'ex sindaco: "La Corte di Appello di Roma oggi condanna l’intera attività di rappresentanza del sindaco della Città Eterna. In pratica i giudici sostengono che in 28 mesi di attività, il sindaco non abbia mai organizzato cene di rappresentanza ma solo incontri privati. Un dato che contrasta con la più ovvia realtà e la logica più elementare.
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