Cronache

Marino quattro ore dai pm E scarica le colpe sullo staff

Il sindaco dimissionario di Roma sentito in Procura sugli scontrini sospetti a carico del Comune. Il legale: "Non è indagato. False le firme sui giustificativi"

Marino quattro ore dai pm E scarica le colpe sullo staff

Sette gli scontrini sospetti su cui si sta lavorando e per i quali il sindaco potrebbe essere indagato. L'attività dei pm si sta concentrando sulla raccolta dei documenti. Esaurita questa fase si procederà con una serie di audizioni che potrebbero chiarire ulteriormente il quadro. In sostanza la Procura dovrà interpellare ristoratori e presunti commensali. Dovrebbero essere sentiti anche gli addetti degli uffici comunali che hanno redatto nota spese e giustificativi. Nei giorni scorsi la vicenda ha anche portato gli investigatori della Guardia di Finanza in Comune per acquisire una serie di documenti e in settimana le Fiamme Gialle consegneranno la prima informativa.

L'audizione del sindaco è durata oltre 4 ore. Marino ha lasciato il palazzo di giustizia evitando di incontrare i giornalisti. La tesi da lui esposta chiama in causa colpe e responsabilità dello staff del Comune di Roma, soprattutto laddove si parla di «causali di spesa evidentemente ricostruite a posteriori e senza consultare il sindaco» e dell'apposizione «di firme non autentiche di Marino». «Il sindaco si è presentato in veste di persona informata sui fatti. Non è indagato e non risulta iscritta alcuna notizia di reato. Ha spiegato di non aver commesso alcun caso di malversazione», ha dichiarato il suo legale. «Tutte le sottoscrizioni a suo nome in calce ai giustificativi non sono autentiche, alcune risultano firmate quando era all'estero. Nella quasi totalità i giustificativi ricollegano la causale della cena alla tipologia dell'ultimo appuntamento della giornata in agenda. Ciò è certamente dipeso dal fatto che la ricostruzione delle causali delle cene è avvenuta a distanza di molto tempo da parte degli uffici del Comune, i quali, non ricordando la vera finalità, ne hanno evidentemente indicata una compatibile con l'ultimo appuntamento in agenda». «Nella quasi totalità dei casi i giustificativi recano quale data lo stesso giorno dell'evento: il che è chiaramente impossibile perché - rileva il legale - implicherebbe che il sindaco, terminata la cena, sia rientrato in Campidoglio a sottoscrivere il giustificativo». Marino ha anche precisato che non ha mai richiesto la carta di credito, che non è stato lui a richiedere il riallineamento del plafond da 10 a 50mila euro, di avere donato al Comune di Roma per tutto il 2014 il 10% della propria indennità di sindaco, di aver raccolto 10 milioni di donazioni e che la seconda carta al capo del cerimoniale è stata richiesta per facilitare i pagamenti in occasione di eventi pubblici.

Infine la decisione di donare al Comune una somma corrispondente alle spese di rappresentanza non è una «ammissione di colpevolezza, ma il simbolico gesto di ribellione di una persona onesta».

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