Maturità, il ministero lascia "traccie"

Maturità, il ministero lascia "traccie"

Allora, bambini. Scrivete. Singolare «arancia», plurale «arance». Singolare «bilancia», plurale «bilance». Singolare «buccia», plurale «bucce». Singolare «traccia», plurale... Singolare il fatto che sul sito del ministero dell'Istruzione, nella pagina dedicata agli Esami di Stato, il plurale di «traccia» sia diventato: «Traccie delle prove scritte». Con la «i». Tweet: #laBuonaScuola. Lo screenshot con l'errore ha fatto il giro dei social. Poi il ministero ha corretto la svista. E infine, ieri, si è scusato: ha ammesso che «è stato un errore di battitura, un errore materiale, che naturalmente non doveva esserci, tanto più su una pagina che riguarda gli Esami di Stato». E ha scaricato la colpa sul «fornitore tecnico» che gestisce l'inserimento dei contenuti sul sito. Il senso di responsabilità vale meno di un refuso. Oggi comincia la maturità: oltre 500mila ragazzi questa mattina affronteranno la prima prova scritta, uguale per tutti. L'esame d'italiano alla maturità è una delle poche tradizioni che restano a questo Paese. L'hanno fatto i nostri padri, l'abbiamo fatto noi, lo fanno i nostri figli, lo faranno i figli dei nostri figli? Dalla Liberazione, finita la guerra, alla solitudine dei giovani ai tempi dei social, oggi, il tema di italiano, con gli argomenti che hanno sempre seguito l'evoluzione dei decenni, titolo dopo titolo, tracce dopo tracce, è diventato lo specchio dei tempi. Quello di oggi è incrinato. Ha una «i» in più. Ce l'ha messa, indirettamente, il ministro (senza laurea) Valeria Fedeli, responsabile dell'Istruzione. Un errore di ortografia. Nel senso - dicevano una volta le nostre maestre - che dovrebbero andare tutti a zappare. Cari politici, siete la testa pensante del Paese. Gli errori, e le figuracce (plurale senza «i») lasciatele a noi giornalisti... Vi ricordate, nel 2011, quando l'allora ministro Mariastella Gelmini si infilò nella polemica del tunnel di neutrini dal Gran Sasso a Ginevra? Sembrava la pagina più buia della scuola italiana. Tutti risero. Eppure, in spregio alla grammatica, esistono anche notti «più» peggiori. Ora c'è da piangere. «Le parole che finiscono in -cia, se precedute da consonante, al plurale, non vanno scritte con la i.

Quindi: traccia al plurale si scrive tracce», ha dissipato ieri ogni errore, con una nota (di demerito) il ministero dell'Istruzione, prima correggendo «traccie», poi mettendo l'apostrofo a una «E» invece dell'accento, e infine scusandosi coi ragazzi che oggi sostengono l'esame. A proposito. Buone #traccie a tutti.

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