di Alberto Adragna*
La protesi dentale fissa estetica ha la funzione di sostituire gli elementi dentari mancanti o distrutti mediante dei «manufatti protesici» (corone-ponti) prodotti nei laboratori odontotecnici su esclusiva indicazione e progettazione dell'odontoiatra. La protesi fissa comprende ogni tipo di restauro che viene cementato su denti pilastro preparati a moncone dal dentista o su impianti infissi nell'osso. Si ricorre alla protesi fissa, oltre che per sostituire gli elementi dentari mancanti, quando l'sportazione del tessuto cariato o la sostituzione di una vecchia otturazione coinvolgano porzioni estese della corona del dente tale da indebolirlo eccessivamente; quando si sia dovuto devitalizzare un dente, poiché un elemento dentale devitalizzato subisce modificazioni strutturali tali per cui, se non protetto con una corona protesica, ha unìalta probabilità di incorrere in una frattura; ogni qualvolta si desidera migliorare l'armonia e l'estetica del proprio sorriso.
Le protesi dentali estetiche devono rispondere a diversi principi, come: la funzionalità, per ristabilire un corretto rapporto tra le arcate dentali al fine di garantire una corretta masticazione e funzionalità dell'apparato stomatognatico; la resistenza, con materiali che permettono di resistere alle forze esercitate durante gli atti masticatori e all'usura che alimenti e fluidi ingeriti potrebbero comportare; la biocompatibilità, particolare proprietà dei materiali di essere ben tollerati da un organismo vivente; l'estetica, prestando profonda attenzione grazie al costante utilizzo di fotografie digitali e software dedicati, mimetizzando i manufatti protesici nel contesto della bocca con tecniche e materiali che li rendono del tutto simili elementi dentali naturali.
gni tipo di modellazione per protesi fissa per rispondere alle caratteristiche di funzionalità, resistenza, biocompatibilità ed estetica, deve avere i seguenti fondamentali requisiti: una modellazione anatomica perfetta, per ricostruire il dente interessato in modo il più possibile simile a quello che il paziente aveva in natura; un punto di contatto, per evitare la «migrazione» del dente interessato o di quelli vicini e per proteggere la zona delle papille interdentali dal ristagno di cibo e quindi dalla possibilità di carie secondarie; una corretta occlusione, per un'adeguata funzionalità della protesi. Se l'occlusione è troppo bassa potremmo avere l'allungamento del dente interessato verso l'antagonista o viceversa.
Se invece il carico occlusale è eccessivo, potremmo avere danneggiamenti alla polpa del dente (pulpite) e ai legamenti alveolo-dentali (parodontopatia); giuste dimensioni degli spazi interdentali e interstiziali, in quanto se fossero troppo accentuate, la zona delle papille interdentali non avrebbe una sua precisa collocazione e avremmo la possibilità del ristagno di cibo. Se fossero troppo accentuati gli spazi interstiziali, pur avendo il punto di contatto il cibo potrebbe scivolare e col tempo causare una carie secondaria nella zona interdentale; una corretta «bombatura» di ogni singolo dente, che se è poco accentuata il cibo urterà frequentemente la gengiva provocando arrossamenti e infiammazioni. Se invece è molto accentuata, avremo ristagni di cibo e di conseguenza carie secondaria; un arrotondamento delle cuspidi, per evitare che la corona possa danneggiare il dente antagonista.
Le corone estetiche vengono realizzate in disilicato di litio, zirconio o alumina perché possiedono una grande resistenza e un migliore aspetto estetico rispetto alle protesi tradizionali in metallo; sono materiali totalmente biocompatibili, non causano reazioni allergiche e con il passare del tempo non cambiano colore e non compaiono inestetismi legati a bordini metallici.
*Medico chirurgo specialistain Odontostomatologia,
Perfezionato
in Ortognatodonzia
e Patologia dell'A.T.M
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