Sono giorni di tensione nella tendopoli di San Ferdinando dopo l’uccisione a San Calogero di Soumayla Sacko, migrante maliano regolare, colpito a morte da un colpo di fucile mentre con due connazionali stava rubando delle lamiere in una fabbrica dismessa.
Nella giornata di lunedì c’è stata una dura protesta nella piana di Gioia Tauro, dove i migranti che lavorano nelle aziende agricole locali, spaccandosi la schiena nei campi, hanno incrociato le braccia e manifestato duramente in ricordo del 29enne ucciso, a difesa dei propri diritti e contro il caporalato, puntando soprattutto il dito contro Matteo Salvini, neo ministro dell’Interno.
Immigrazione da governare
Il sindaco di San Ferdinando, comune di neanche 5000 anime - e 1.500 extracomunitari stipati nella baraccopoli -, non è rimasto in silenzio. "Non sono d’accordo con la filosofia e il programma politico di Salvini e del centrodestra: lo considero ripugnante e senza misericordia, ma chiedo che il fenomeno dell’immigrazione sia governato".
Andrea Tripodi, uomo di sinistra e con un passato nelle file del Partito Comunista Italiano, non nega l’evidenza (come invece fanno in molti), ovvero come un’immigrazione (molto) poco controllata sia un danno sia per il Paese ospitante che per le vite umane ospitate.
Il primo cittadino, come scrive Il Secolo d’Italia, ha aggiunto: "Il mio è un paese di 4500 e non può farsi carico di un fenomeno molto complesso sia per le sue dimensioni, sia per le attese e il vissuto umano di
questi migranti. Tutto il territorio di San Ferdinando, Rosarno, Gioia Tauro va inserito in un problema più vasto che riguarda tutta Italia al quale bisogna dare risposte europee".
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