Cronache

Mozione della Lega: via le scritte in arabo all'ospedale di Bologna

La risoluzione firmata dal consigliere regionale Daniele Marchetti

Mozione della Lega: via le scritte in arabo all'ospedale di Bologna

Togliere le scritte in arabo dai cartelli dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna per "facilitare l'integrazione" degli stranieri. È la proposta che il consigliere regionale leghista Daniele Marchetti ha presentato alla Giunta dell'Emilia Romagna tramite una risoluzione.

Nel suo testo, Marchetti chiede alla Giunta di "indicare, nelle linee guida del Sistema sanitario regionale, la lingua inglese come unica lingua integrativa all’italiano da inserire nelle nuove installazioni segnaletiche dei nosocomi della regione". I motivi della richiesta sono diversi. Il primo evidenziato da Marchetti è la diffusione dell'inglese: "In quasi tutti i Paesi europei l’inglese è la lingua straniera più insegnata negli istituti di istruzione primaria e secondaria”, spiega il leghista.

Il consigliere del Carroccio poi sottolinea che "la semplificazione è una delle strade da intraprendere per migliorare l’efficienza comunicativa e l’integrazione tra cittadini italiani e cittadini stranieri che fruiscono del nostro servizio sanitario". E infine conclude: "La volontà di indurre immigrati da Paesi arabi a usare l’inglese rappresenta anche uno strumento in grado di facilitare la loro integrazione nella nostra società".

La polemica legata alle scritte in arabo nel nosocomio bolognese non è nuova. Già nel 2011 l'allora deputato berlusconiano Fabio Garagnani aveva chiesto ragione dei cartelli in lingua tramite un'interrogazione parlamentare. "Si dovrebbe usare l'inglese, o al limite il francese", sosteneva l'onorevole.

Gli risposte Renato Brunetta, allora ministro della Pubblica amministrazione, che disse: "La maggior parte dei cittadini stranieri che afferiscono al Policlinico parlano quella lingua (circa il 20% nel 2009)", per questo "il Policlinico ha elaborato un progetto di facilitazione degli accessi ai cittadini di lingua e cultura diversa da quella italiana, anche nell'ambito di un progetto regionale per la riduzione delle disuguaglianze".

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