"Nessun morto in Lombardia", ma la "Delta" preoccupa

L’assessora al Welfare, Letizia Moratti, ha sottolineato che “adesso possiamo guardare al futuro con più speranza” conservando comportamenti prudenti

"Nessun morto in Lombardia", ma la "Delta" preoccupa

Zero decessi in Lombardia. Su Twitter, Letizia Moratti, vice presidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia ha annunciato: "Oggi zero decessi per Covid in Lombardia, non succedeva dal 6 ottobre. Allora l'autunno e le varianti ci fecero ripiombare nell'incubo. Adesso possiamo guardare al futuro con più speranza, resta l'importanza di conservare comportamenti prudenti e aderire alla campagna vaccinale".

Cosa dice il monitoraggio settimanale

La situazione sta certamente migliorando in tutta Italia, non solo in Lombardia. Questo è quanto emerso dal monitoraggio settimanale e dalla bozza di Report della Cabina di regia sul Covid-19 a cui siamo abituati. Infatti, la settimana compresa tra il 21 e il 27 giugno ha registrato sia un calo dell'indice di trasmissibilità, dove l’Rt è passato da 0,69 delle due settimane precedenti a 0,63, sia un'incidenza che da 11 è scesa a 9 casi per 100mila abitanti. A preoccupare gli esperti però c’è sempre la variante Delta/Kappa, conosciuta anche come variante indiana. Proprio nella giornata di ieri l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha lanciato un monito proprio riguardo il rischio di un’altra ondata pandemica.

Come si legge nel documento: “Sebbene in assoluto i nuovi casi siano in diminuzione, la proporzione di casi di infezione da virus Sars-CoV-2 causati da varianti delta/kappa è in aumento in Italia. La maggior parte di questi casi è attribuibili a focolai circoscritti riportati in varie parti del Paese. Poiché la variante delta sta portando a un aumento dei casi anche in Paesi con alta copertura vaccinale, è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi”.

Variante Delta in Italia

All’interno del documento viene anche data l'indicazione a “raggiungere una elevata copertura vaccinale e il completamento dei cicli di vaccinazione per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenute da varianti emergenti con maggior trasmissibilità. Sulla base dei dati e delle previsioni Ecdc, della presenza di focolai causati dalla variante virale delta in Italia e delle attuali coperture vaccinali, è opportuno mantenere elevata l'attenzione, così come applicare e rispettare le misure necessarie per evitare un aumento della circolazione virale”.

Come sottolinea il rapporto dell’Istituto superiore di sanità la percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è in lieve diminuzione, da 39,5% della scorsa settimana a 37,4%. Rimane invece stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi. "Per i tempi che intercorrono tra l'esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi e tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l'infezione tra fine maggio ed inizio giugno".

Completare l'intero iter vaccinale

Necessario comunque completare nel più breve tempo possibile l’intero iter vaccinale per cercare di limitare i danni e mettere al sicuro i soggetti più fragili. Anche perché, come sappiamo, i vaccini che abbiamo al momento in uso sono efficaci anche nel combattere la variante Delta, e nel proteggere dalle mutazioni in circolazione con il richiamo. Importante quindi ricevere entrambe le dosi per i vaccini che le richiedono.

Discorso diverso per il siero della Johnson&Johnson che necessita una sola inoculazione. La variante indiana si trasmette più velocemente rispetto alle precedenti, ma sembra meno letale, sia perché siamo più schermati rispetto al passato, sia per una evoluzione della variante stessa.

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