Coronavirus

"Nessun obbligo", "Rispetti impegni" È rissa tra la Ue e Astrazeneca

Il manager: "Il Regno Unito partito prima". Ma l'Europa smentisce: "Si pubblichino i contratti". Giallo sull'incontro

"Nessun obbligo", "Rispetti impegni" È rissa tra la Ue e Astrazeneca

L'Europa è sotto scacco delle case farmaceutiche che stanno producendo i vaccini contro il coronavirus. Mancano le dosi e ora è tutti contro tutti, con l'Europa che accusa un dirottamento delle dosi destinate all'Ue verso il Regno Unito. Il nodo AstraZeneca è uno dei più caldi e tra la casa farmaceutica e l'Europa è iniziato un vero e proprio braccio di ferro, che vede l'Italia tra i Paesi maggiormente irritati per il comportamento del fornitore. Domenico Arcuri non le ha certo mandate a dire ad AstraZeneca. Intervistato pochi giorni fa da Barbara d'Urso ha sbottato: "Stanno trattando i 27 Paesi europei come dei poveracci. Togliamoci dalla testa che l’Italia è più poveraccia degli altri Paesi perché così non è". Se il clima di qualche giorno fa era teso, le parole di Pascal Serot, amministratore delegato di Astrazeneca, a Repubblica hanno ulteriormente inasprito lo scontro: "Non c'è alcun obbligo verso l'Unione europea".

Parole pesantissime in un momento così drammatico per la pandemia, ma Serot continua: "Nel nostro contratto c'è scritto chiaramente: 'best effort', ossia 'faremo del nostro meglio'. Abbiamo deciso di utilizzare questa formula nel contratto perché all'epoca l'Ue voleva avere la stessa capacità produttiva del Regno Unito, nonostante il contratto sia stato firmato tre mesi dopo". Queste dichiarazioni hanno innervosito l'Unione europea, che ha ribadito l'impegno preso dalla casa farmaceutica: "Quando hanno firmato l'accordo, lo hanno fatto sulla base della capacità di produrre". Queste sono state le parole di Eric Mamer, portavoce della Commissione europea. La domanda che rimbalza da Bruxelles è semplice: perché AstraZeneca ha accettato il contratto se sapeva che non avrebbe potuto far fronte alle richieste?

In reazione alle parole di Serot, ora L'Europa chiede lo svincolo dalla clausola di segretezza in modo tale da pubblicare il contratto. Repubblica riporta che fonti Ue ribadiscono come non vi sia il vincolo di produzione in Belgio. Intanto, l'incontro fissato per le 18.30 di oggi dal comitato direttivo sui vaccini Ue con AstraZeneca non ci sarà: l'azienda ha fatto sapere di rifiutare l'incontro. Il nervosismo dell'Europa è facilmente comprensibile e si basa su ragioni economiche, come ha esplicitamente spiegato Ursula von der Leyen durante il World Economic Forum di Davos: "Da tempo l'Unione ha sostenuto con fondi consistenti il potenziamento delle ricerche e delle strutture per la produzione dei vaccini. Abbiamo investito miliardi per aiutare a sviluppare i primi antidoti e creare un bene comune a livello globale. Ora le aziende devono rispettare le consegne".

Intanto l'incontro si tinge di giallo. Il Telegraph ha riportato le parole del portavoce della casa farmaceutica, che a differenza di quanto emerso finora avrebbe confermato il vertice: "Ci incontreremo con la Ue in giornata". Una conferma che sarebbe arrivata anche dall'eurodeputato Peter Liese (Cdu), responsabile Salute del gruppo Ppe: "AstraZeneca ha cancellato l'incontro con la Commissione Europea. Secondo le mie informazioni, non è così. La compagnia mi ha confermato che l'incontro avrà luogo". Più cauta la viceportavoce capo della Commissione Europea Dana Spinant, che durante il briefing con la stampa a Bruxelles ha parlato di "situazione in evoluzione" ma ha sottolineato di non essere in grado, al momento, di chiarire se la partecipazione di AstraZeneca alla riunione di questa sera "è confermata o no". Successivamente è arrivata la conferma della partecipazione di AstraZeneca all'incontro: "L'ultima notizia che abbiamo è che parteciperanno". Un'alta funzionaria ha spiegato che sulle prime "ci hanno detto che non avevano cose nuove da dirci".

Poi c'è stato "un po' di ping pong" e alla fine la vicepresidente per l'Europa e il Canada Iskra Reic "ha detto che verrà" alla riunione in videoconferenza e che "verrà da sola, non so perché".

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