Olga Polizzi, pioniera della Cornovaglia, racconta segreti e itinerari della contea

La sorella di Sir Rocco Forte è stata la prima ad aprire nella penisola due hotel di lusso, che hanno ospitato Carlo e Camilla e Steven Spielberg. Ora inaugura al Tresanton un Beach Garden e lancia ad Endsleigh le gite nel parco guidate da Fergus Beeley

Olga Polizzi, pioniera della Cornovaglia, racconta segreti e itinerari della contea

Olga Polizzi ha scoperto la Cornovaglia 30 anni fa, quando nella sua vita dorata accanto al padre Sir Charles Forte (partito dalla Val di Comino, vicino Roma, per creare in Gran Bretagna il suo impero alberghiero) e al fratello Rocco, è entrato il secondo marito, William Shawcross e l’ha condotta nella sua piccola casa sul mare, a St. Mawes. «Con la mia famiglia- racconta lei- andavamo sempre in vacanza in Italia o in Spagna e avevo visitato poco le regioni inglesi. Poi William mi ha portato in Cornovaglia e così ho imparato a conoscerla e ad amarla».

Che cosa l’ha conquistata?

«Quel suo essere un po’ fuori dal mondo, in un altro tempo, lontano dai problemi, dal caos, dallo stress. Finalmente, riuscivo a rilassarmi davvero, grazie all’atmosfera serena, ai colori del mare e della natura, al silenzio dei campi, al fascino delle scogliere, delle spiagge, dei villaggi pittoreschi».

Come ha deciso di aprire qui un hotel, con il suo marchio personale e non quello del gruppo Forte?

«Vicino alla casetta sul porto di mio marito a St. Mawes, dove ancora abito quando vengo qui, c’era uno storico circolo velico affacciato sul faro di St. Antony, che illumina la punta del promontorio di fronte. Una volta era molto frequentato e di moda. Era stato trasformato in albergo, che aveva ospitato anche la Regina Madre e la principessa Margareth. Poi era stato abbandonato, un vero macello, sembrava davvero un peccato vederlo sprofondare nel degrado. Alla fine degli anni ’90 il gruppo alberghiero di famiglia, in cui ero impegnata soprattutto per la ristrutturazione e l’arredamento degli hotel, ha subito l’attacco ostile di un altro gruppo e siamo stati costretti a vendere uno dopo l’altro i nostri gioielli. É stato un grande dolore per noi tutti. Proprio allora mio marito mi ha proposto di aprirne uno mio di albergo, comprando quel che rimaneva del club. L’ho fatto con entusiasmo, per due anni l’ho restaurato, cercando di mantenerne intatta l’identità originaria, recuperando tutto il possibile, dalle mattonelle marinare nelle sale ai camini antichi e ho voluto ricreare la stessa atmosfera sportiva e raffinata insieme che c’era una volta. É diventato il Tresanton».

Il primo hotel boutique di lusso della Cornovaglia, che è stato scelto per un soggiorno anche dal principe ereditario Carlo e da sua moglie Camilla, che hanno anche il titolo di Duchi di Cornovaglia.

«Sì, di questo livello a quei tempi era l’unico, ora sono 5 o 6 gli alberghi di lusso in tutta la contea. Quando ho aperto il Tresanton è stato un successo, una grande novità, tutti volevano una stanza, c’era la lista d’attesa. Nel tempo l’ho ingrandito, ho acquistato altri cottage, facendone un hotel diffuso nel paesino, ho allargato le suite, le ho arredate come fossero stanze della mia casa al mare. Mi sono divertita molto e continuo a farlo. Recentemente ho comprato sotto il corpo centrale dell’hotel una casetta con un giardino su tre livelli, che scende fino al mare e la sto sistemando con l’aiuto del famoso designer George Carter. A giugno sarà tutto pronto e inaugureremo il nuovo Beach Garden del Tresanton. Anche i dintorni sono tutti da scoprire, sto scrivendo una guida per indicare agli ospiti degli itinerari e delle visite interessanti ai castelli, giardini, atelier artistici della zona. E per le gite in mare è a disposizione “Pinuccia“, un veliero d’epoca che fu costruito per il Duce e ha partecipato a tante regate storiche».

Non si è fermata al sud della Cornovaglia e nel 2005 ha iniziato una nuova avventura nel Devon, l’altra contea settentrionale della penisola.

«Sì, e a dire il vero è stata una sfida più difficile. Ho deciso di acquistare e restaurare la grande residenza di caccia e pesca del duca di Bedford a Endsleigh, più con il cuore che con la testa. Ho ristrutturato la costruzione antica e sistemato il suo grande parco attraversato da un fiume, disegnato 200 anni fa da Humphry Repton. É stato tutto molto impegnativo, come avviare l’hotel e farlo conoscere, ma alla fine sono stata premiata. Ora va veramente bene, abbiamo tanti “habituè“ da anni, soprattutto cacciatori e pescatori, ma anche coppie e famiglie in cerca di relax. Da quando Steven Spielberg vi ha girato il film “War horse“ del 2011, l’hanno scoperto anche famosi registi e attori americani, che vengono spesso anche perchè apprezzano la sua privacy. In questi mesi continuo a lavorare per ingrandire Endsleigh, sto creando delle nuove suite dove una volta c’erano le stalle della tenuta».Nei suoi hotel i cani sono sepre benvenuti.«Certo, nel più puro stile inglese. Al St. Mawes ho dedicato a loro addirittura il Dog bar, con le loro foto incorniciate sulle pareti e sedie e poltroncine rivestite in stoffe dai motivi canini. Nell’albergo del Devon, poi, che nasce come tenuta di caccia e di pesca, si può dire che facciano parte del paesaggio».

Il marinaro Tresanton e il campagnolo-aristocratico Endsleigh sono molto diversi, ma hanno contribuito a far conoscere la Cornovaglia, una volta meta soprattutto degli inglesi, anche ad una clientela straniera di alto livello.

«É quello che mi dicono in tanti e ne sono felice. Ambedue hanno conquistato clienti affezionati, che tornano da anni come in una seconda casa. Cerco di rendere l’atmosfera familiare, distesa, poco formale. Nei salotti ci si allunga sui divani davanti al fuoco, sulle terrazze si prende il sole in un clima di massima libertà.

Ad Endsleigh una delle novità che stiamo organizziando sono le giornate e i week end all’insegna della natura, con la guida di Fergus Beeley, esperto di fauna selvatica che ha collaborato per tanti film con Sir David Attenborough. Oltre agli inglesi abbiamo molti americani e tedeschi. Io ho solo un desiderio: mi piacerebbe tanto vedere in Cornovaglia più italiani».

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