Cronache

Omicidio Ferrara, mentre Manuel uccideva a colpi d'ascia i coniugi, loro chiedevano aiuto al figlio

II genitori di Riccardo sono stati ammazzati senza pietà da Manuel. Salvatore e Nunzia hanno sentito tutto, erano svegli e mentre Manuel sfogava su di loro la sua rabbia, loro urlavano invano il nome del figlio

Omicidio Ferrara, mentre Manuel uccideva a colpi d'ascia i coniugi, loro chiedevano aiuto al figlio

Del duplice omicidio di Ferrara continuano ad emerge particolari raccapriccianti, venerdì, durante l'interrogatorio in carcere, Manuel e Riccardo hanno rivelato dettagli atroci di quella notte.

L'omicidio di Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni si è consumato nella notte tra il 9 e il 10 gennio nella loro abitazione di Pontelangorino, un paesino in provincia di Ferrara. Subito sono stati arrestati il figlio della coppia, Riccardo, e l'amico Manuel, il vero esecutore della mattanza. Manuel, assalito dal senso di colpa, è crollato nel corso del primo interrogatorio che ha permesso di ricostruire le ultime ore di vita dei coniugi e come i due minorenni si sono preparati al gesto scellerato.

Ora, come scrive il Corriere della Sera, sono emersi altri particolari agghiaccianti di quella notte. Durante l’interrogatorio per la convalida del fermo, Manuel e Riccardo hanno confessato che Salvatore e Nunzia erano svegli prima di essere colpiti a colpi d'ascia da Manuel. I due coniugi, infatti, si sarebbero svegliati quando lui è entrato nella camera da letto impugnando l’ascia con la quale li ha uccisi. Hanno fatto appena in tempo a capire che quelli sarebbero stati i loro ultimi istanti di respiro, hanno guardato quel ragazzino che avevano visto crescere mentre alzava le braccia per colpirli, e hanno urlato una sola e ultima parola: il nome del loro figlio, Riccardo. Lo chiamavano, speravano nel suo aiuto.

E invece lui, Riccardo, si era accordato con Manuel, aprendogli la porta di casa: "Io ti aspetto qui. Tu li uccidi e quando hai fatto mi chiami". Riccardo, mentre Manuel ammazzava i suoi genitori, era in una stanza-rifugio dietro la villetta della strage. Manuel, poi, una volta dati tre colpi di ascia in testa a Salvatore e sei alla madre, è andato da Riccardo: "Ho fatto". I due assssini avevano anche comprato dei sacchetti neri della spazzatura, perché avevano progettato di liberarsi dei corpi di Salvatore e Nunzia buttandoli in un canale con delle pietre al collo. Riccardo aveva detto a Manuel che lo avrebbe aiutato a trasportarli, sì, "ma non voglio guardarli in faccia". Così gli hanno legato senza pietà dei sacchetti di plastica sulla testa sfondata.

Durante l'interrogatorio, Manuel e Riccardo hanno dato risposte disarmanti al giudice delle indagini preliminari Luigi Martello. Qualche esempio. "Perché hai accettato di ucciderli?", chiede il giudice a Manuel. Risposta: "Perché Riccardo è un amico, mi ha chiesto di aiutarlo e io l’ho aiutato. Lui è uno che non ha mai fatto male a nessuno e allora l’ha chiesto a me". "Da quando stavate pensando di farlo?", continua il giudice. Risposta: "Dal pomeriggio del giorno prima. Riccardo ha detto di aver avuto l’ennesima discussione per la scuola che andava male, di non poterne più di sua mamma e di suo apà, che voleva farli fuori perché non sopportava più tutte le loro imposizioni". "Ma scherzi o lo dici davvero?", chiede senza parole il giudice.

Risposta: "Non scherzo per niente".

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