Cronache

Omicidio Varani, la lettera di Marco Prato prima di tentare il suicidio

Parole scioccanti quelle che scrive il presunto responsabile della morte di Luca Varani nell'albergo dopo si era rifugiato poche ore dopo la morte del ragazzo

Omicidio Varani, la lettera di Marco Prato prima di tentare il suicidio

"Buttate il mio telefono e distruggetelo insieme ai due computer. Nascondono i miei lati brutti". Questa è solo una delle richieste che Marco Prato ha scritto nel biglietto "Volontà x Mamma e Papà", scritto nella stanza dell’hotel di piazza Bologna, dove si è rifugiato dopo l’omicidio di Luca Varani. E dove sembre aver tentato il suicidio.

Come scrive Il Tempo, a raccontare cosa è successo in quelle ore è il portiere dell'albergo: "Alle 5,30/6 del 5 marzo Marco Prato scendeva alla reception e mi chiedeva una penna e allora gli ho dato una bic". È con quella penna che Marco Prato ha scritto una sorta di testamento diviso in 11 punti. "Sentitevi Dalida (con faccina sorridente accanto, ndr) ogni tanto. Mettete Ciao amore ciao quando avete finito la festa per me. Ricordatevi tutti assieme i miei sorrisi più belli".

"Occupatevi di Silvana e Loredana, che mi hanno cresciuto insieme a voi, e anche della mia Psycho. È stata l’unica luce che mi ha permesso di tenermi in vita in questi anni. Vi prego (sottolineato tre volte, ndr) statele vicino perché lei è una delle poche persone che mi ha regalato degli anni equilibrati". Per la dottoressa che lo seguiva, Marco Prato si era anche fatto tatuare una corona sulla spalla, ha poi raccontato l’amica R.P. ai carabinieri. "Secondo lui lo aveva aiutato molto dando una svolta positiva alla sua vita".

Prato pianifica anche il suo funerale: "Anche se vorrei cerimonia laica, fiori, canzoni di Dalida, bei ricordi. Una festa, dovete divertirvi!!!". E ancora: "Organizzate sempre, una volta a settimana/mese, cena o pranzo con tutti i miei veri amici e amiche che ho amato tanto".

Un'altra richiesta riguarda il trattamento del suo corpo: "Chiama il centro di capelli a piazza Mazzini, per rigenerarmi la chioma prima di cremarmi. Mettetemi la cravatta rossa, donate i miei organi, lasciatemi lo smalto alle mani. Mi sarei sempre divertito di più a essere una donna!".

Nessuna parola sull'omicidio ma l’invito a non indagare sui risvolti torbidi della sua vita. "Non sono belli". E poi: "Tenete alto il mio nome e ricordo, nonostante quel che si dica". All’undicesimo e ultimo punto l’ennesima raccomandazione per la sua reputazione: "Scrivete sui social che ci sarà una festa. Poi tentate di chiuderli senza intromissioni o indagini".

Conclude, scrivendo: "Vi amo!". Infine un pensiero per i genitori e, alla fine, quasi implora: "Perdonatemi, non riesco. Sono stanco e una persona orribile. Ricordate solo il bello di me".

Sul cellulare di Prato i carabinieri hanno trovato due video palesemente pedopornografici e, tra le quasi 20mila immagini, alcune pornografiche. Oltre trecento invece i file audio e video fra cui 117 dal contenuto pornografico, 4 sadomaso di cui uno con una donna legata. I filmati sarebbero stati fatti vedere a Manuel Foffo: "Un bambino nudo...poi mi ha fatto vedere due stupri. Poi non ce l’ho fatta più a vederlo".

Sono le parole, pronunciate dal proprietario dell’appartamento coindagato per l’omicidio di Luca Varani, intercettate tra le mura di Regina Coeli.

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