Operaio 26enne muore schiacciato da un carico di putrelle

Ivan Guizzardi, operaio di 26 anni, è morto sotto il peso di un carico di putrelle in un'acciaieria di Verbania. Sindacati in sciopero

Operaio 26enne muore schiacciato da un carico di putrelle

È morto schiacciato da alcune travi di ferro all'interno di un'acciaieria. Così Ivan Guizzardi, un operaio di 26 anni, residente a Pieve Vergonte (Verbano-Cusio-Ossola), ha perso la vita in circostanze tragiche e decisamente inattese.

Presto avrebbe cambiato lavoro, di là da un passo del sogno di un'occupazione nel settore agricolo che tanto adorava. Ma quel sogno si è infranto alle porte dell'alba di una maledettissima notte di gennaio, quella tra venerdì e sabato 11 del week-end appena trascorso. Una morte tanto drammatica quanto prematura. La vittima lavorava come operaio per la ditta Lomazzi di Verbania, all'interno di un capannone di pertinenza dello stabilimento siderurgico della Travi e Profilati.

Da una prima ricostruzione della vicenda, sembrerebbe che il 26enne stesse scaricando un fascio di putrelle in ferro dal camion quando l'interno carico ferroso gli è scivolato addosso finendo per travolgerlo. Inutile i tentativi di estrarlo rapidamente dal masso di lamiere da parte dei colleghi e l'intervento tempestivo del soccorso sanitario: il ragazzo è morto su colpo. Sul posto, con i sanitari del 118, sono intervenuti i carabinieri e i tecnici dello Spresal in seno alla Asl di Verbania. Restano ancora da chiarire le dinamiche dell'accaduto. Si presume che l'ammasso di putrelle non fosse agganciato in modo sicuro all'automezzo, ma saranno solo ulteriori indagini a dettagliare in modo preciso l'incidente e a stabilire eventuali responsabilità. Il caso è già finito in Procura.

Immediata la reazione dei sindacati che hanno indetto un'ora di sciopero per lunedì 13 gennaio convocando nella stessa data un'assemblea straordinaria. "Non è accettabile nel 2020 morire di lavoro – afferma la segretaria generale della Cisl Piemonte Orientale, Elena Ugazio – Così come è inaccettabile che in un paese civile ci siano 1.437 morti bianche dello scorso anno e 13 dall'inizio del 2020. Non possiamo e non vogliamo restare indifferenti di fronte alla tragica morte di un giovane di appena 26 anni.

Da anni lanciamo disperato il nostro grido d'allarme per intensificare i controlli, la prevenzione e la formazione nei luoghi di lavoro ma la scia di sangue dei morti continua inesorabile", conclude.

Dello stesso avviso anche il segretario generale Ugl, Paolo Capone che ha sottolineato la necessità di intensificare i controlli "soprattutto neoi settori dove il rischio di infortuni è elevato".

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