A ormai quasi due giorni dall'arresto di Carola Rackete, la Sea Watch le prova tutte per scagionare la sua capitana. Persino ribaltando le accuse circa l'incidente con la motovedetta della Guardia di Finanza, rimasta schiacciata tra la banchina e lo scafo della nave quando la comandante tedesca ha forzato il blocco per attraccare a Lampedusa.
Secondo la ong tedesca, infatti, i finanzieri avrebbero dovuto - una volta capìta la manovra spericolata messa in atto dalla Rackete - semplicemente spostarsi e lasciar passare l'imbarcazione olandese. "Noi crediamo che sia irresponsabile che anche nel momento in cui è stato violato un alt si faccia questo tipo di manovra ostruttiva nei confronti di una nave che non voleva certamente minacciare o bombardare", ha detto la portavoce Giorgia Linardi, "La Guardia di Finanza ha deciso di infilarsi nello spazio già ridotto tra la nave e la banchina nel momento in cui la nave stava già attraccando. La Gdf era già davanti alla banchina e faceva avanti e indietro mentre la Sea watch proseguiva con la sua manovra. È rimasta in quello spazio che inevitabilmente si sarebbe chiuso. È stata una manovra molto difficile che non si aspettava di dover fare".
Poi ha spiegato che la capitana non si è pentita della sua decisione: "Carola si è effettivamente scusata con la Guardia di Finanza ma non per essere entrata in porto", ha aggiunto, "Mi ha detto che non
aveva scelta perché non poteva fare un'altra notte in mare. Carola si è sacrificata per portare a portare a terra i 40 naufraghi a bordo. Anche dopo l'arresto ha chiesto solo una cosa: se sono state sbarcate le persone".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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