Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente di igiene e prevenzione alla Università Statale di Milano, vorrebbe spegnere una volta per tutte le polemiche sulla Sanità del Nord. Anche perché di fatto l’aver “appurato che a Milano e Torino il virus circolasse già a dicembre dovrebbe mettere fine alle polemiche sulle responsabilità dei servizi sanitari delle regioni del Nord, travolte da un iceberg emerso quando l'epidemia era oramai dilagata”. La scoperta dell’Istituto superiore di Sanità dovrebbe infatti portare a scrivere in modo diverso la storia dell’epidemia avvenuta nel nostro Paese. E su una possibile ondata di ritorno, Pregliasco invita a stare attenti e a non cantare vittoria, proprio perché, come avvenuto all’inizio, il virus potrebbe benissimo circolare ancora in incognito e saltare fuori all’improvviso. A dicembre era visibile solo la punta di quello che in realtà c'era sotto. Come il Titanic, le regioni settentrionali si sono trovate a dover fronteggiare qualcosa di gigantesco che non avevano neanche immaginato.
"Basta polemiche: riscrivere la storia dell'epidemia in Italia"
Essere venuti a conoscenza che il Covid-19 era già presente sia a Milano che a Torino lo scorso 18 dicembre apre nuovi scenari. Come riportato da La Stampa, il virologo ha ammesso che già vi erano stati segnali che il virus fosse presente in quel periodo. I primi casi accertati avevano avuto sintomi dal 26 gennaio. Oltre al fatto che il Policlinico di Milano aveva condotto un'indagine sierologica su alcuni donatori, riscontrando tracce di virus nel sangue che era stato prelevato a dicembre. “Del resto a Milano ogni settimana atterravano 20 mila passeggeri provenienti da Wuhan con un volo diretto. Allora non si immaginava circolassero tante persone contagiate senza o con pochissimi sintomi. Per cui quando i casi gravi sono emersi è venuto a galla un iceberg al cui urto nessun sistema sanitario avrebbe potuto reggere. Anche se forse tenevamo la guardia un po' abbassata” ha spiegato Pregliasco.
Nel mese di dicembre nel capoluogo lombardo era stato registrato circa il 30% in più di accessi ai pronto soccorso per polmonite. Con il senno di poi è facile pensare che molti di questi, se non tutti, fossero legati al coronavirus. Pregliasco ha inoltre aggiunto che il virus è stato molto furbo, andandosi a nascondere dietro una brutta influenza che stava circolando proprio in quel periodo. Oltre al fatto che nessuno pensava che il virus presente in Cina fosse già anche in Italia. In realtà l'iceberg era proprio lì, solo non l'avevamo ancora capito.
Prudenza e ottimismo
Sarebbe magari meglio chiudere le frontiere a quei paesi, come India e Sud America, che stanno avendo adesso il loro picco. Un po’ di ottimismo però, in aggiunta alla prudenza, non guasterebbe. Anche perché, come sottolineato dal virologo, il nostro sistema di tracciamento dei casi sospetti è stato capace di spegnere sul nascere i nuovi focolai, e probabilmente ne avremo altri nei prossimi mesi. Sul fatto se ci siano o meno rischi di contagio facendo il bagno al mare, Pregliasco si sente di escludere la possibilità che ciò possa avvenire. Si tratta infatti di tracce di virus che ormai non è più attivo. Dall’indagine sierologica condotta dall’Istat, l’esperto si aspetta che gli italiani rimasti contagiati siano circa il 10% in Lombardia e tra il 3 e il 5% nel resto d’Italia. Visto che l'immunità di gregge non è al momento pensabile, l’unica possibilità che abbiamo di evitare la diffusione del contagio è quella di continuare a rispettare le norme di sicurezza. Almeno fino a quando non sarà disponibile un vaccino.
Secondo Pregliasco non vi sarebbe alcuna differenza tra il virus che circolava mesi fa e quello attuale. Si deve però aspettare di capire quanto sia diffusa la variante che è stata trovata a Brescia, e che in vitro ha mostrato una minore capacità di replicazione. Il fatto che vi siano meno casi gravi è anche perché adesso si riescono a individuare anche gli asintomatici e i paucisintomatici. E comunque il distanziamento e l’utilizzo delle mascherine sono stati un grande aiuto. Pregliasco ha voluto sottolineare che il virus, anche se inalato in piccole quantità, attecchisce comunque e può fare danni al nostro organismo.
Condannati assolutamente tutti i comportamenti che possono creare focolai, come gli ultimi festeggiamenti in strada a Napoli in seguito alla vittoria in Coppa Italia, o anche gli assembramenti notturni al mare o in città. Queste azioni scellerate possono compromettere tutti gli sforzi fatti finora e le nostre prossime vacanze estive. Il rischio è quello di trovare un altro iceberg sul nostro cammino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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