Che succederebbe se domani il Vesuvio - da settant'anni senza valvole di sfogo - esplodesse con violenza pari a quella della bomba di Hiroshima, come previde l'astrofisica Margherita Hack? Lo spartito sarebbe lo stesso: sorpresa, sdegno, titoli in tutto il mondo.
Poi si metterebbero sul rogo i fisici che, non essendo stregoni, non sanno leggere le viscere della Terra. Il fatto è che sul Vesuvio vivono abusivamente decine di migliaia di famiglie che non schiodano nemmeno con le ruspe perché la camorra protegge e traffica insediamenti che non dovrebbero esistere. La catastrofe è in arrivo, manca la data, ma lo schema non è diverso da quello dei terremoti. La verità è che noi italiani, come gli Aztechi, pratichiamo il sacrificio umano. Ma a sorpresa. Il nostro dio degli inferi estrae a sorte un'area in cui credono di vivere quelli che invece sono già moribondi e, a suo capriccio, preme il bottone dello schianto. Le liturgie che seguono sono molto più elaborate del passato perché la scienza va avanti, ma proprio per questo la fine è nota: gli italiani non devono più vivere in edifici che non siano nuovi e antisismici, oppure vecchi ma messi in sicurezza dalle nuove tecnologie di cui parlano gli esperti. E allora, lo Stato salverà la vita degli incauti abitanti del Vesuvio? E strapperà alla morte chi vive in luoghi che sono indicati come bracci della morte? Ogni nuova strage è già annunciata.
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