Pubblica amministrazione, burocrazia lumaca. Al Mezzogiorno maglia nera

Nonostante la digitalizzazione della Pubblica amminstrazione e i servizi web e via app, l'attesa agli sportelli pubblici continua ad essere troppo lunga. La Sicilia ha la maglia nera delle attese allo sportello

Pubblica amministrazione, burocrazia lumaca. Al Mezzogiorno maglia nera

Sebbene l'informatizzazione della pubblica amministrazione abbia agevolato la vita di tanti cittadini, le attese allo sportello continuano ad aumentare. La fotografia è stata scattata dalla Cgia e a pagarne le conseguenze sono soprattutto le regioni del Mezzogiorno. Nel 2017 la coda davanti alle Asl è idealmente aumentata di 19 persone, quella all'ufficio anagrafe comunale di 13. "A pagare il conto di queste inefficienze - afferma Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia, che ha elaborato i dati - non sono solo i cittadini, ma anche molti micro imprenditori. Oltre il 70 per cento dei 3 milioni di artigiani e commercianti presenti in Italia lavora da solo. Pertanto, quando un autonomo si deve recare presso un ufficio pubblico che, spesso, è aperto solo al mattino, è costretto ad abbassare la saracinesca della propria attività e a mettersi in fila". E la situazione è è particolarmente grave al Sud: "dove l'efficienza della nostra pubblica amministrazione è spaventosamente insufficiente". Nel 2017, 52,7 persone su 100 hanno dichiarato di aver atteso più di 20 minuti davanti allo sportello di una Asl, il 56 per cento in più rispetto a quanti si erano trovati nella stessa situazione nel 1997. Analizzando i dati del Mezzogiorno emerge che il numero di persone che hanno atteso più di 20 minuti agli sportelli delle ASL nel 1997 era in media pari a 42,8 persone; nel 2007 invece, sono 53,4 e nel 2017 passano a 65. Una variazione del 51,9 per cento in 20 anni.


Sono 23,8 su 100, invece, coloro che sono rimasti in lunga attesa di fronte allo sportello di un ufficio anagrafe, il 126,7 per cento in più di 20 anni prima. Agli sportelli delle Asl i tempi d'attesa più lunghi si sono verificati in Calabria, in Basilicata e in Puglia. Le attese in coda agli uffici anagrafe, invece, si sono fatte sentire in particolar modo in Lazio, in Sicilia e in Puglia. Tra le realtà regionali più virtuose, in entrambi i casi, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Valle d'Aosta. La regione più efficiente è il Trentino Alto Adige. “Nonostante il processo di informatizzazione abbia interessato tutta la nostra Pubblica amministrazione – segnala il Segretario Renato Mason - la fila agli sportelli non è cresciuta per colpa di chi ci lavora. La responsabilità va ricercata negli effetti che caratterizzano moltissime leggi, decreti e circolari che, spesso in contraddizione tra loro, hanno aumentato a dismisura la burocrazia, complicando non solo la vita dei cittadini e delle imprese, ma anche quella degli impiegati pubblici”.


Per fare un esempio, un cittadino italiano che volesse ottenere tutti i permessi e certificati necessari per costruire un fabbricato a uso produttivo impiega 228 giorni contro i 186 della media dell'area euro, mediamente 42 giorni in più. Per pagare le tasse, invece, gli imprenditori italiani perdono 238 ore, ovvero quasi un mese di lavoro, mentre nei Paesi dell'area euro 147 ore all'anno, praticamente 11 giorni in meno. Insomma oltre il danno la beffa.

E la situazione più pesante si verifica quando un imprenditore è costretto a rivolgersi al tribunale per la risoluzione di una disputa commerciale. Se il Tribunale di Roma impiega 1.120 giorni (poco più di 3 anni) per definire la controversia, la media dei tribunali delle capitali europee è di 661 giorni, 459 in meno.

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