Ma quale sessismo nel tennis È solo una questione di mercato

Ma quale sessismo nel tennis È solo una questione di mercato

Oltre il politicamente corretto c'è la verità: gli uomini nello sport guadagnano più delle donne perché muovono molti più soldi. Sono mesi che nel tennis va avanti una polemica a volte strisciante, altre aperta, sulla disparità di trattamento economico tra uomini e donne. Sono state le tenniste a cominciare, qualche tempo fa: chiedevano un adeguamento dei montepremi dei tornei, che in moltissimi casi sono decisamente più bassi di quelli dei tennisti. I quali hanno quasi sempre evitato di rispondere, fino a ieri. Fino all'intervento di Novak Djokovic. Come dire, se deve parlare uno che parli il più grande: «Le donne hanno combattuto per avere quello che meritano, se mai è l'Atp che deve chiedere premi più alti. Quando giochiamo noi c'è molta più gente sulle tribune e questo è uno dei motivi per cui forse dovremmo essere pagati di più».

La questione è seria. Perché il gender gap nello sport è enorme: non c'è un solo sport in cui le donne guadagnino più degli uomini. Uno studio della Bbc l'anno scorso ha rivelato che la differenza media tra i guadagni dei maschi e delle femmine è del 30%. E lo sport da cui nasce la polemica è paradossalmente quello in cui il problema è meno sentito: i tornei del Grande Slam da molto tempo hanno montepremi identici per il tabellone maschile e femminile. Non è così nel resto del circuito. Ma chi l'ha buttata sul sessismo in queste ore, ha sbagliato tutto. È, semplicemente, qualcos'altro: purtroppo per le tenniste è vero che, nonostante la grande rimonta del tennis femminile degli ultimi decenni, gli uomini attraggono molto più pubblico, che i diritti del circuito maschile vengono pagati di più, che quindi il giro d'affari degli uomini sia molto più alto di quello delle donne. La prova sta nel fatto che la distanza tra i due mondi negli Slam si riduce e ciò si riversa proporzionalmente sulle tenniste che, appunto, guadagnano, in quei tornei, quanto i tennisti.Djokovic, in sostanza, ha ragione. Perché se c'è un criterio oggettivo è quello del business generato.

Non è colpa né degli uomini, né di una loro particolare ostilità nei confronti delle colleghe. Nella moda i modelli guadagnano meno delle modelle. La ragione è la medesima: il giro d'affari che ruota attorno a loro è inferiore. Punto. Non è sessismo: è, molto più banalmente, mercato.

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