Cronache

Quei reperti distrutti che possono cambiare le sentenze dei giudici

Dalle rapine di Igor il Russo al delitto di Lida Macchi, dalla morte di David Rossi alla strage di Erba: quando i reperti possono raccontare un'altra verità anche dopo la sentenza

Quei reperti distrutti che possono cambiare le sentenze dei giudici

Quando un pelo o un capello può cambiare una sentenza. Come ricostruisce il Corriere, da qualche anno si è aperto un dibattito sulla norma - prevista dalla legge - di distruggere i reperti e i vetrini analizzati dai periti dopo una sentenza passata in giudicato.

Proprio oggi, infatti, la Corte d'Appello di Brescia darà il via agli esami su reperti non presi in considerazione dopo la strage di Erba e che potrebbero cambiare clamorosamente la sentenza su Olindo Romano e Rosa Bazzi. Gli accertamenti saranno effettuati su "alcune formazioni pilifere, un'impronta palmare su un muro, un accendino, una tenda e un mazzo di chiavi mai analizzati", come spiega il legale della coppia, Fabio Schembri.

Ma - spiega ancora il quotidiano di via Solferino - ormai le tecniche di analisi "si evolvono velocemente", al punto che che possono essere trovate delle prove in reperti prima insignificanti. Come è successo per esempio per il il delitto di Lidia Macchi, la cui riesumazione ha permesso di trovare nuovi indizi. O come è successo per la rapina di Villanova di Denore a opera di Igor "il Russo" o per la morte di David Rossi, il manager Mps sul cui suicidio restano diverse ombre.

"La confisca e la distruzione dei reperti segue le sentenze passate in giudicato", spiega al Corriere Luca Tescaroli, sostituto procuratore a Roma, "Se ci sono esigenze peculiari il giudicante deve essere sollecitato a conservare i reperti. Nei casi irrisolti i reperti devono essere conservati. Ma la disciplina della materia è complessa: l'evoluzione delle tecniche di analisi, a partire dai progressi sul dna, crea spazio per una riflessione sulla normativa".

Senza considerare che - come sottolinea il penalista Alessandro Continiello - "la revisione processuale è sempre, astrattamente, possibile".

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