Referendum, l'ultima mancia di Renzi: "50 euro in più ai pensionati"

Il premier in affanno sul referendum fa ancora promesse per attrarre consensi. Sul suo futuro: "Non vivacchierò"

Referendum, l'ultima mancia di Renzi: "50 euro in più ai pensionati"

Un'altra mancia elettorale in vista del referendum del 4 dicembre. Matteo Renzi prosegue con le sue promesse e di fatto ora torna ad "accarezzare" i pensionati con la promessa di un aumento delle pensioni minime a partire dal 2017: "Tutti quelli che stanno sotto i mille euro, nel 2017 avranno un aumento dai 30 ai 50 euro. Non sono gli 80 euro ma sono comunque 50". Insomma ecco servita l'ennesima promessa in vista del voto di dicembre su cui Renzi gioca la faccia e soprattutto la poltrona.

E proprio sul referendum ha affermato: "Il voto del 4 dicembre è un voto anti sistema? Ma al referendum chi è anti sistema? Noi che siamo un gruppo di persone che, nel bene o nel male, cerca di cambiarlo il sistema o chi per 30 anni ha fatto ’maramao? Coloro che se ne sono allegramente disisnteressati e ora tornano sulla breccia perchè vogliono tornare al potere?", ha affermato il premier a Radio Monte Carlo, ripetendo che se prevalgono i Sì al referendum costituzionale ci saranno "meno posti e meno poltrone per la politica, un’Italia più semplice. Invece, se vince il No tutto rimane com’è e cioè con la Camera e il Senato che fanno le stesse cose. Se rimane tutto com’è restano l’instabilità, gli inciuci e gli accordicchi con le maggioranze diverse di Camera e Senato". Poi ha aggiunto: "Io di restare a vivacchiare e galleggiare non sono adatto. Cosa significa? lo vedremo il 5 dicembre. A quelli a cui sto sulle scatole dico che quello del 4 dicembre non è un voto sulla mia simpatia ma sul Paese. Vi rendete conto che c’è chi vota no per farmi un dispetto? Riflettete". Poi ha toccato il tema delle tasse: "Eravamo gli ultimi in classifica e ora stiamo andando avanti. Sono il primo a dire basta. Ma da quando sono presidente del Consiglio le tasse hanno cominciato a scendere. Anche se dico troppo poco, troppo poco. Un pezzettino alla volta, ce la facciamo". In realtà l'Italia come competitività fiscale è fanalino di coda al 34esimo posto. Peggio di noi è solo la Francia.

Infine ha parlato dell'Europa e del nodo della manovra: "Gli amici europei devono sapere che l’Italia smette di fare il salvadanaio: o l’Europa cambia linea, a partire dall’immigrazione, o noi smettiamo di pagare e mettiamo il veto sul bilancio".

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