Cronache

Revocata la scorta a Valeria Grasso: "Lo Stato mi lascia sola"

L'imprenditrice palermitana Valeria Grasso, che non si è piegata al pizzo facendo arrestare i membri del clan Madonia, si è vista revocare la scorta

Revocata la scorta a Valeria Grasso: "Lo Stato mi lascia sola"

La palermitana Valeria Grasso si è ribellata al pizzo, facendo arrestare i membri del clan mafioso dei Madonia, non avrà più la protezione dello Stato. Come testimone di giustizia Valeria Grasso è stata protetta con il IV livello di rischio. Da oggi però il servizio di protezione a Roma è stato sospeso, senza che le sia stato notificato alcun provvedimento. A rendere nota la vicenda è la stessa imprenditrice.

“Il comandante del nucleo scorte, colonnello Luca Nuzzo, il 20 novembre scorso mi ha informata verbalmente della sospensione della misura di protezione personale a Roma, salvo confermarmi il dispositivo su Palermo considerata “a rischio” dopo che, solo il 12 marzo 2019, mi era stata confermata dal prefetto di Roma Paola Basilone. Nell’epoca in cui il Ministro dell’Interno è una donna, e alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, vengo lasciata sola, anche nel mio impegno contro la criminalità e la mafia che mi vede tutt’oggi in prima linea nella sensibilizzazione pubblica a sostegno della legalità e della giustizia perchè mi sento una donna dello Stato piuttosto che vittima della mafia”.

Così Valeria Grasso, rende noto che il servizio di protezione a Roma le è stato sospeso. “E proprio quello Stato che ha ispirato il mio senso civico, con una condotta torbida, immotivata e incomprensibile, sta lasciando a rischio me e i miei figli, di cui una è ancora minorenne. Mi appello al capo dello Stato e a tutte le autorità”, aggiunge.

“Il mio sgomento – spiega – nasce anche dal fatto che, solo per citare l’ultimo degli episodi inquietanti che ho vissuto, il 6 giugno 2019 il mio compagno, titolare di una nota trattoria a Trastevere da oltre 20 anni, ha trovato una busta di plastica con un piccione morto sull’albero dove è posta l’insegna del locale, promessa di morte tipica della mafia”. Il su legale, Ezio Bonanni, sottolinea che “il provvedimento di revoca della protezione alla signora Grasso sia illegittimo per assoluta carenza dei presupposti di legalità. Abbiamo appreso solo verbalmente questa decisione e, per tali motivi, abbiamo chiesto l’accesso agli atti lamentando la violazione del diritto alla partecipazione al procedimento amministrativo e chiedendo copia dell’atto finale con le relative motivazioni, il tutto dovuto per legge. Inizieremo al più presto un’azione legale a carico dello Stato, non sono dal punto di vista amministrativo, ma anche per capire ed identificare le responsabilità in tutte le sedi”.

In sostegno di Valeria Grasso interviene il senatore di Leu Francesco Laforgia, coordinatore nazionale di èViva. "Deve essere dato - dice Laforgia - un segnale immediato e dobbiamo porgerle le nostre scuse. Se da un lato dobbiamo chiederle di non tentennare mai e di non avere paura, dall’altra dobbiamo permetterle di continuare a vivere con la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta e quindi le va riassegnata immediatamente la scorta. Si torni indietro e si riconosca di aver commesso un errore.

Siccome ciascuno di noi deve fare la propria parte, io, in qualità di Senatore, depositerò una interrogazione urgente affinché la Ministra dell’Interno le riassegni il diritto di avere una vita normale".

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