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"Rinnoviamoci senza rottamare Se vince il Sì rischiamo un regime"

L'obiettivo di Berlusconi: "Allargare l'area moderata e liberale che costituisce la maggioranza del paese"

"Rinnoviamoci senza rottamare Se vince il Sì rischiamo un regime"

Cari amici,

mi dispiace non essere con voi a questo convegno del Partito Popolare Europeo, voluto e organizzato da Antonio Tajani, che è il nostro costante riferimento in Europa. Lo ringrazio di cuore per il prezioso lavoro che ha sempresvolto e che sta svolgendo.

Con lui ringrazio tutti i nostri parlamentari europei, che fanno onore al nostro paese e a Forza Italia nell'ambito della grande famiglia politica del Partito Popolare Europeo. Questa grande famiglia della democrazia e della libertà è la nostra naturale collocazione. In essa ritroviamo i nostri valori fondanti, il nostro stile politico, il nostro metodo pragmatico e concreto.

In tutta Europa, i popolari sono la sola alternativa vera alla sinistra, alternativa che non viene certo dal populismo di estrema destra.

Esso, infatti, pur interpretando spesso giuste ragioni e giuste emozioni dell'opinione pubblica, dà spazio a frange inaccettabili di estremismo e comunque non è in grado di esprimere un'alternativa di governo. Per questo finisce anzi, per paradosso, per favorire partiti e governi di sinistra.

Da molti anni svolgiamo questo ruolo di referente del popolarismo europeo in Italia come portatori dei contenuti popolari, liberali e riformatori che, soli, possono far ripartire il nostro Paese.

Questi contenuti sono stati scelti tante volte dal popolo italiano con il voto, ma spesso purtroppo - come sapete - tale scelta è stata frustrata da brogli elettorali, da manovre parlamentari, da giochi di palazzo o dall'intervento di una certa magistratura che, da ordine dello Stato, è diventata un potere che sottomette a sé il potere legislativo e il potere esecutivo.

Questo ci ha condotto all'attuale anomalia, nella quale la sinistra governa senza mai averne avuto il mandato dagli elettori, anche grazie a un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale.

Voglio ricordare ancora una volta che l'ultimo governo scelto liberamente dagli italiani è stato il nostro, eletto nel 2008 e abbattuto con un colpo di Stato.

Uno dei quattro colpi di Stato che, in modo formalmente legalitario, hanno sconvolto la politica italiana negli ultimi vent'anni.

Nonostante tutto questo siamo qui, e continuiamo a combattere per dare una speranza gli italiani. Una speranza che può venire solo da noi, di fronte al palese fallimento di Renzi, impietosamente certificato dagli indici Istat che dimostrano che la ripresa solo in Italia non è mai partita, mentre emerge visibilmente che il Movimento Cinque Stelle non è un'alternativa in grado di governare una realtà complessa come una grande città o addirittura l'intera nazione.

Il nostro sogno, la nostra speranza è quella di una trasformazione liberale dell'Italia in grado di affrontare seriamente i temi della crescita e della sicurezza interna e internazionale.

Il nostro Paese è alla vigilia di passaggi politici importanti, il primo dei quali sarà il referendum sulla riforma costituzionale. Una riforma profondamente sbagliata e pericolosa, che può dare il via ad un altro regime e non risolve nessuno dei problemi che promette di risolvere, che non abbatte i costi e non rende più efficienti le procedure.

È per questo, non per un dispetto politico al governo, che chiediamo con forza agli italiani di votare No. Se la riforma fosse positiva, pur stando all'opposizione, la sosterremmo, come ci eravamo illusi di poter fare all'inizio.

Renzi e il Pd hanno invece dimostrato di avere a cuore solo il loro potere, fino a tentare di costruirsi un abito su misura: una riforma costituzionale con una nuova legge elettorale che avrebbe consentito di conquistare una maggioranza del 55% in Parlamento, con una quota assai minore del voto popolare. Un unico partito al potere, un unico leader di questo partito, «padrone» dell'Italia. Questo è assolutamente grave e dovremo fare di tutto per scongiurarlo.

Al di là della campagna referendaria, poi, il nostro impegno è quello di rilanciare il nostro movimento e di allargare l'area moderata, liberale, popolare, che costituisce la maggioranza del Paese e che oggi si è allontanata dalla partecipazione politica ed elettorale.

Per questo i nostri messaggi devono essere indirizzati soprattutto agli elettori moderati che si sono rassegnati e non vanno più a votare. Pensano che il loro voto sia inutile anche perché hanno visto molti parlamentari moderati, da loro eletti, passare con la sinistra.

Per fare questo dobbiamo rinnovarci profondamente, con dettagliate proposte programmatiche, coinvolgendo energie nuove e diverse.

Tutto questo ovviamente senza rottamare nessuno. Non è nel nostro stile, anzi valorizzeremo al meglio coloro che nella storia di Forza Italia hanno dimostrato di saper lavorare bene, di saper costruire programmi e aggregare il consenso.

Siamo di fronte dunque a sfide nuove e difficili. Per vincerle - e possiamo vincerle - dobbiamo quindi rinnovarci senza perdere né le persone, né i programmi, né i valori che hanno fatto la nostra storia.

Anzi, lo spirito con il quale siamo discesi in campo nel 1994 è ancora oggi attualissimo, ed è la ragione che spinge anche a me, nonostante tutto quello che mi è stato fatto, a continuare a impegnarmi per il Paese che amo.

Sarò presto di nuovo con voi per continuare a combattere insieme le nostre coraggiose battaglie di libertà.

Un abbraccio affettuoso a tutti voi.

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