Coronavirus

Se non arriva il vaccino anti virus, bisogna puntare su un piano B

La corsa ai vaccini è partita, ma il processo ha tempi lunghi. Per questo potremmo dover convivere con il Covid-19. Ecco il "piano B"

Se non arriva il vaccino anti virus, bisogna puntare su un piano B

È corsa contro il tempo per trovare il vaccino contro il nuovo coronavirus nel minor tempo possibile. Al momento ci sono 101 sperimentazioni in corso, ma c'è anche chi sostiene che una soluzione non arriverà in tempi brevi. Per questo, si lavora anche a un "piano B".

I tempi per il vaccino

C'è chi parla già del prossimo anno e chi ci va più cauto, ipotizzando almeno 18 mesi. I tempi per la realizzazione di un vaccino contro il Covid-19 sono lunghi e incerti e gli esperti possono fare solo delle previsioni. Secondo Anthony Fauci, l’immunologo della task force della Casa Bianca, per arrivare a una soluzione ci vorrà ancora un anno e mezzo, mentre "le previsioni più ottimistiche parlano di un vaccino di popolazione nella primavera del prossimo anno". Ma le tempistiche per la ricerca di un antidoto sono molto lunghe, qualunque sia la tecnica utilizzata. "Nel mondo normale ci vogliono dai cinque ai dieci anni, con una media di otto per arrivare in farmacia con un vaccino- spiega al Corriere della Sera Sergio Abrignani, immunologo e ordinario di Patologia Statale di Milano-Secondo la mia esperienza, pur con tutte le scorciatoie del caso, sarà difficile avere un vaccino prima di due anni se vogliamo essere certi di due cose fondamentali: che sia sicuro e induca una risposta immunitaria protettiva, possibilmente duratura". È possibile che il vaccino non arrivi nei tempi sperati, come già successo per altre malattie. Per questo, gli esperti suggeriscono di pensare anche a un "piano B".

I vaccini che non sono mai arrivati

Quando, nel 1984, venne identificato il virus dell'Hiv, l'allora segretario alla salute Margaret Heckler annunciò che in due anni il vaccino contro l'Aids sarebbe stato pronto per i primi test. Oggi, 36 anni dopo, l'antidoto non c'è ancora. L'ostacolo allo sviluppo del vaccino contro l'Hiv è rappresentato dalle sue continue mutazioni, che rendono difficile trovare un modo per sconfiggerlo. Il Covid-19, al contrario, non sembra avere questa caratteristica, il che rende gli esperti più ottimisti. Un'altra malattia rimasta senza antidoto è la Dengue, il cui vaccino (registrato tra il 2015 e il 2016) è stato sospeso l'anno successivo, dato che peggiorava i sintomi della patologia. Tempi lunghissimi, invece, per ottenere l'antidoto alla varicella e al papilloma virus: gli scienziati ci hanno messo rispettivamente 28 e 15 anni. Infine, finora non è mai stato testato un vaccino contro un coronavirus. Quelli sulla Sars, infatti, vennero sospesi, data la scomparsa della malattia.

Come si arriva all'antidoto

I ricercatori che lavorano per trovare i vaccini devono seguire rigorosi controlli di sicurezza e lunghe procedure, prima di arrivare a un vaccino sperimentale. Una volta elaborato, l'antidoto viene testato, seguendo tre fasi, spiegate dal Corriere della Sera: la fase 1 coinvolge decine di persone, la fase 2 centinaia e la fase 3 migliaia. Tra una fase e l'altra passano dei mesi, che permettono ai ricercatori di analizzare tutti i risultati, prima di passare allo step successivo. I tempi potrebbero essere accelerati dalla situazione di emergenza ma, anche in questo caso, servirebbero comunque test su centinaia di persone, per capire gli eventuali effetti collaterali. Poi, una volta trovato un vaccino adeguato, si passa alla fase della produzione. E non è così semplice e veloce produrre il nuovo vaccino: servono strutture su misura, la cui costruzione richiede in genere 5 anni, e miliardi di fiale e tappi. Inoltre, per riempire le fiale con l'antidoto con precisione, "sono necessarie macchine sofisticate e ogni fiala, montata su una linea ad alta velocità, viene ispezionata", ha spiegato al quotidiano Vijay Samat ex direttore della produzione vaccini alla Merck al New York Times. La produzione è la fase più lunga, dopo di che le fiale vengono immagazzinate e spedite, ma non prima di aver ricevuto l'approvazione dagli enti incaricati.

Il "piano B"

Se non dovesse arrivare il vaccino, bisognerà abituarsi all'idea di dover convivere con il Covid-19. Per questo, gli scienziati stanno lavorando per trovare una cura, che possa eliminare il rischio di morte in caso di infezione. Sono centinaia le terapie allo studio, ma si tratta di ricerche in fase iniziale, che non hanno ancora prodotto risultati chiari ed efficaci. Attualmente le terapie in cui sono riposte le maggiori speranze comprendono l'uso del remndesivir, il farmaco anti Ebola, dell’idrossiclorochina e del plasma dei guariti. Mancano, però, studi randomizzati, con pazienti di controllo che chiariscano se i progressi dei malati siano dovuti al farmaco specifico o se dipendano da altro. Convivere con il nuovo coronavirus implicherà un cambiamento della vita di tutti i cittadini: le mascherine potrebbero diventare mezzi irrinunciabili e le distanze sociali potrebbero diventare la normalità.

Così, se non dovesse arrivare il vaccino in tempi brevi, si potrebbe dover passare al "piano B", che implica la scoperta di una terapia efficace e la prevenzione dei contagi tramite le misure di contenimento.

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