Show in piazza e poi chiedono più privacy

Show in piazza e poi chiedono più privacy

Fermate i social, voglio scendere. Siamo arrivati alla frutta, la deriva inarrestabile di un fenomeno fuori controllo che ci frastorna di cretinate, superfluo allo stato puro, se non insulti e auguri di morte a chi ci sta vagamente antipatico.

Neanche il tribunale del buon senso riuscirebbe a dirimere l'ultimo contenzioso che spacca l'opinione pubblica, lo scontro a distanza tra la ragazza che si proclama «buonista e puttana» pur di non essere scambiata per «fascista e salviniana», e lo stesso vicepremier che l'ha presa di mira su Facebook postandone immagine con il commento «Che gentil signora...». Con l'immancabile varietà di commenti che spaziano dallo svilimento del ruolo istituzionale del ministro dell'Interno agli insulti vergognosi alla ragazza con varie motivazioni (offende il Capitano, no la dignità delle donne).

La manifestante che sfoggiava il cartello volgar-provocatorio al corteo antirazzista di Milano ha 22 anni, si chiama Giulia Pacilli, descritta come studentessa e attrice di teatro. Già divenuta famosa con una brevissima gavetta per una riuscita performance di strada, a dispetto del prezzo da pagare, il linciaggio mediatico attuato «soprattutto da donne», ha riferito. Dal mondo della sinistra (o anti Salvini) ha però incassato affetto e sostegno, dall'assessore di Milano Majorino (professionista della solidarietà) all'autore dello scatto, il fotografo Luca Cortese, doppiamente infuriato contro il leader della Lega. Prima per l'«uso indegno» dell'immagine» (riprodotta sulla sua pagina Facebook), poi per motivi più prosaici («chiederò risarcimento per la violazione del diritto d'autore»).

Questo valga però per tutti noi utenti finalmente, anche quando postiamo sui nostri profili privati una foto di CR7 o di Gigi Hadid scaricata in rete senza preoccuparsi di derubare un fotografo, un quotidiano o un'agenzia di stampa. Fateci causa, violazione per violazione. E poi se andiamo in piazza autoinsultandoci per fede politica, sappiate che qualcuno vi fotograferà, posterà la foto e scatterà la rituale gogna di insulti beceri e sessisti.

In ogni caso, anche se non avrete la sfortuna di incappare in un ministro che su Facebook piace a 3.501.124 persone. Questo è il mondo nauseante dei social, questa è un'Italia che si sputtana per un like in più per poi invocare il rispetto della privacy e del diritto d'autore.

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