Hillary e Donald si guardano in cagnesco e danno spettacolo. Ormai i duellanti della finale elettorale sono loro e fino a novembre assisteremo a una campagna greve e pesante. Tornando dagli Stati Uniti mi rendo conto del fatto che pochi nel nostro Paese hanno curiosità per la vera posta in gioco che è quella di un nuovo isolazionismo. In Europa abbiamo l'abitudine di considerare quel che accade negli Stati Uniti soltanto sotto il profilo del clamore e del puritanesimo. E allora ecco che troviamo Trump, il misogino, che attacca la Clinton in quanto «moglie di uno stupratore». E dall'altra Hillary che risponde con apparizioni studiate, recitate e provate.
Una politica di algoritmi cui noi non siamo abituati e ai quali forse non sarebbe bene abituarsi. Però nel confronto con gli americani seguita a colpire la pretesa del candore che non vuole dire innocenza. L'intera storia americana si snoda lungo un conflitto disseminato di puritanesimo e bassezze che ha le radici nella sua storia coloniale e rivoluzionaria, dalla guerra dei Sette anni fino a Barack Obama. La campagna elettorale americana è più divertente delle nostre, purché si conoscano i codici delle allusioni che costituiscono una letteratura segreta.
Il fatto
epocale è però che, come la Luna in un libro di Italo Calvino, l'America si sta staccando dal vecchio mondo, allontanandosi sempre più e probabilmente la vedremo soltanto nelle serie televisive e nella notte degli Oscar.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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