Ragazzo gay lasciato in corridoio. Il preside : "Sui social una foto lo ritrae durante atto sessuale"

I genitori denunciano la discriminazione. Ma l'istituto scolastico nega. E il caso di Monza finisce in parlamento

Ragazzo gay lasciato in corridoio. Il preside : "Sui social una foto lo ritrae durante atto sessuale"

Si cerca di fare chiarezza sulla vicenda dello studente messo in punizione nel corridoio della scuola perché omosessuale. A denunciare il fatto sono stati i genitori del ragazzo, che frequenta l'E.C.Fo.P., istituto cattolico di formazione professionale di Monza riconosciuto e convenzionato con la Regione Lombardia. Un episodio che ha subito scatenato la bufera: la deputata e responsabile Scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero, ha annunciato che presenterà "un'interrogazione parlamentare affinchè il Miur faccia chiarezza".

Per il presidente di Arcigay, Flavio Romani si tratta di "un fatto gravissimo, inconcepibile, per il quale chiediamo l'intervento fermo e severo del Miur: spetta al ministero - ricorda - inviare tempestivamente i propri ispettori". Critiche anche dai leghisti: "è una vicenda assurda - afferma il senatore Sergio Divina - è una scemenza dire che un ragazzo siccome è gay non può stare in classe".

Del tutto diversa, rispetto a quella denunciata dalla famiglia dello studente, la versione dei fatti fornita dall'istituto scolastico: "Tutto è durato un giorno e non settimane - assicura il preside Adriano Corioni - l'episodio risale a mercoledì scorso. E la mattina successiva il ragazzo si è presentato a scuola con la madre e i carabinieri. Si era verificato un grave episodio e volevamo tutelare il ragazzo, per cui lo abbiamo messo in uno spazio all'interno del centro, dove si fermano anche i docenti. Ma non è un corridoio. E c'erano anche degli educatori".

Il giovane, racconta Corioni, aveva "pubblicato su un social network una fotografia, un atto sessuale, che lo ritraeva. Sono stati i compagni, amareggiati a informarci. A questo punto per evitare che in classe si ingigantisse la cosa, e che ci fossero tensioni, tra chi è contro e chi è a favore, si è deciso di separarlo dagli altri e metterlo in una stanza diversa. Il tutto in attesa - continua il direttore - di parlare con la famiglia e i servizi sociali che già seguono il giovane. Li abbiamo chiamati, ma i servizi sociali, fino a oggi, non si sono proprio fatti vedere".

Se il caso di discriminazione denunciato dovesse essere confermato "sarebbe un fatto di una gravità inaudita, di cui la scuola dovrà rispondere", ha commentato il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti. Di "gravità inaudita" parla anche il deputato Pd Alessandro Zan, perché un tale episodio "sottoporrebbe il minore a un trattamento degradante e discriminatorio, violando il suo diritto all'educazione ma ancor prima la sua libertà e dignità".

A Roma, intanto, il Gay center ha denunciato una nuova aggressione omofoba a un giovane gay avvenuta nelle strade della Capitale, tra l'indifferenza dei passanti.

"Gli ultimi due episodi di omofobia, quello di Roma e quello di Monza - è l'appello di Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera - devono farci ancora di più comprendere quanto sia fondamentale investire sulla cultura, sulla prevenzione e sull'educazione".

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