Tassano gli sms? Ecco come mandarli gratis

Il governo pensa di tassare anche i messaggini, ma tra web e smartphone è diventato davvero semplice inviarli gratuitamente. Ecco come

Tassano gli sms? Ecco come mandarli gratis

Non bastano le accise sulla benzina e quelle sul tabacco. Ora il governo, pur di recuperare altri soldi, sta pensando di inserire una tassa di 2 centesimi anche sull'invio degli sms. Sui 66 miliardi di messaggini scambiati solo nel 2011 in Italia così, nelle casse dell'Erario entrerebbero un miliardo e 32mila euro. Ma con la diffusione di internet e smartphone cresce anche la possibilità di aggirare la gabella.

I possessori di iPhone, infatti, conoscono già il servizio iMessage: un app che permette di scambiare brevi messaggi di testo con altri cellulari Apple. Un servizio simile, seppur poco diffuso, è stato lanciato da poco da Samsung: ChatOn. Ma da qualche anno proliferano le applicazioni "multipiattaforma", che possono cioè essere usati su sistema operativo iOs, Android, BlackBerry o Windows phone. Stiamo parlando di Whatsapp  e Viber per citare solo i più conosciuti. Basta installarli e il programma scandaglia la rubrica per trovare chi tra i propri contatti usa la stessa applicazione. Per chi preferisce non essere disturbato da chiunque, poi, c'è anche Touch, che richiede una registrazione e sfrutta il nickname al posto del numero.

E per chi è senza smartphone? L'alternativa è il web: quasi tutti gli operatori permettono dal proprio sito di inviare un numero limitato di sms. E poi ci sono molti portali che permettono di mandare brevi messaggi di testo a numeri di cellulare. Sul sito Servizi Sms c'è una tabella che li mette a confronto.

Tra i vari servizi c'è anche Skebby, un app per cellulare o pc che permette di inviare sms gratuitamente a tutti gli utenti registrati e a un prezzo irrisorio a tutti gli altri, con un sistema simile a Skype.

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