Il tentanto suicidio di Prato. Messinscena per incastrare Foffo

Dopo le prime ricostruzioni spunta una nuova pista investigativa. Secondo gli inquirenti il tentato suicidio di Marco Prato sarebbe una mossa, organizzata dallo stesso pr, per scaricare ancora una volta la colpa su Manuel Foffo

Il tentanto suicidio di Prato. Messinscena per incastrare Foffo

I due killer di Luca Varani, durante l'interrogatorio, hanno fatto a gara a puntare il dito l'uno contro l'altro. Ma nello scontro tra Prato e Foffo, emerge un'ipotesi che, come scrive Il Corriere della Sera, potrebbe rimescolare ancora una volta le carte.

Dopo la mattanza avvenuta nella casa di Foffo, il 29enne pr gay Prato si è diretto in un hotel di Piazza Bologna a Roma, dove è stato ritrovato dagli uomini dell'Arma in stato di semi-coscienza. Nella stanza vengono anche ritrovati 5 flaconi di Minias, un sedativo in gocce, e sette bigliettini di addio. L'episodio è subito finito sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti. Una scena che, secondo le ricostruzioni, farebbe parte di un complesso piano di Prato per far cadere tutte le colpe dell'omicidio sulle spalle dell'amico. È proprio Fosso a comprare il medicinale rinvenuto nella camera d'albero, come lui stesso ha ammesso durante gli interrogatori: "In una delle nostre uscite durante quei giorni, ricordo di aver comprato in una farmacia di Corso Italia (Roma) del Minias". Non solo: "Poi siamo andati in Piazza Bologna dove Marco si sarebbe suicidato".

Una dichiarazione che potrebbe risultare fatale al giovane: ora rischia anche di essere accusato di istigazione alla suicidio. Sapeva cosa volesse fare l'amico, e non ha fatto nulla per fermarlo. Anzi, gli ha dato anche il modo per portare a termine quella folle idea. È tutto nei verbali, nero su bianco. Ma qui entra in gioco l'idea degli inquirenti. I bigliettini d'addio ritrovati nell'hotel dove Prato avrebbe quindi inscenato il suicidio non parebbero scritti da un ragazzo sotto l'effetto di cinque flaconi di sedativo. Bensì da una persona in grado di intendere e di volere. Un'idea, quella degli investigatori, che pare trovare una sorta di conferma anche da un altro indizio: gli sms inviati da Prato con cellulare di Foffo.

Da quanto emerge dai racconti dei due, per messaggiare e per inviare i messaggi agli invitati al coca-party, Prato avrebbe utilizzato solo ed esclusivamente il telefono dell'amico.

Una mossa che, sommata al tentato suicidio, puzza di messinscena. Secondo gli ivestigatori, Prato avrebbe escogitato tutto per crearsi un paracadute nel caso in cui quella sete di morte che avevano i due avesse trovato una vittima con cui dissetarsi.

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