"In Italia si muore per un terremoto che in altre parti del mondo non desterebbe la minima preoccupazione. È l’impietosa considerazione da fare dopo quanto accaduto a Ischia, dove un sisma con una magnitudo decisamente contenuta ha prodotto vittime, feriti, crolli, panico". A fare un'analisi così dura di quanto accaduto sull'isola campana è l'ingegnere Sandro Simoncini, docente di Urbanistica e Legislazione Ambientale all'università La Sapienza. L'esperto di fatto spiega qual è la vera ragione dietro i crollli e i danni ad Ischia: "Al netto delle peculiarità geologiche di quel territorio, che rendono il sottosuolo particolarmente fragile, non si può non rimarcare come l’isola nel corso dei decenni sia stata sottoposta a una sistematica speculazione edilizia: si è costruito anche là dove leggi e buon senso non lo avrebbero permesso e, in molti casi, lo si è fatto di fretta, utilizzando materiali e tecniche di scarsa qualità e senza prevedere alcun accorgimento antisismico nonostante i numerosi precedenti, almeno uno dei quali entrato nell’immaginario collettivo".
Poi l'ingegnere parla anche dell'abusivismo che di fatto sarebbe nettamente presente sull'isola: "La vocazione turistica dell’isola ha amplificato i classici fenomeni di abusivismo che caratterizzano da sempre il nostro Paese: allo spontaneismo edilizio fatto di prime e seconde case, si è aggiunto quello altamente impattante della ricettività alberghiera, enogastronomica e ricreativa, che ha comportato una cementificazione abnorme del suolo. Solo per il Comune di Ischia sono state presentate 7.235 domande di condono in 30 anni, 4.
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