Torino, la Appendino impone il menù vegano alle elementari

Il sindaco di Torino vara il menù senza alimenti di origini animali per i venticinquemila bambini delle scuole elementari. Unica eccezione il formaggio parmigiano

Torino, la Appendino impone il menù vegano alle elementari

Alla fine il diktat vegano è passato. La giunta cinquestelle guidata da Chiara Appendino a Torino è riuscita a imporre ai venticinquemila bambini delle scuole elementari del capoluogo piemontese il menù senza alcun alimento di origine animale.

Il secondo venerdì di ogni mese sulle tavole delle scuole primarie torinesi verranno banditi non solo la carne, ma anche uova, burro, latticini e pesce. Al loro posto, penne al pomodoro, lenticchie in umido, insalata di carote, pane e ananas in inverno, mentre in estate verranno serviti riso e piselli, fagioli in insalata, insalata mista con carote e peperoni e mix di frutta di stagione.

Unica eccezione, spiega l'assessore ai Servizi educativi Federica Patti, la possibilità di condire la pasta con qualche cucchiaino di formaggio parmigiano. Bontà loro.

Del resto, l'orientamento favorevole ai vegani e ai vegetariani nelle scuole di ogni ordine e grado era stato chiaro sin dalla campagna elettorale e si era qualificato come uno dei punti più importanti per i grillini in corsa per Palazzo Civico.

Sin dall'insediamento il sindaco Chiara Appendino aveva giurato: "Promuoverò la dieta vegana come atto fondamentale per salvaguardare l’ambiente, la salute e gli animali."

Poco importa che in altri casi analoghi le Asl avessero espresso scetticismo, come era successo a Bologna lo scorso anno. Il menù vegano, a Torino, diventerà realtà.

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