Auto a idrogeno: il mondo torna a crederci. Bmw ci aveva scommesso fin dal 2000 con la tecnologia Clean Energy applicata alla Hydrogen 7, la prima vettura a idrogeno al mondo prodotta in serie e presentata nel 2001: un'ammiraglia Serie7 equipaggiata con un 12 cilindri 5.4 da 204 cv modificato per utilizzare come carburante sia la benzina sia l'idrogeno liquido. Nel 2009, però, la casa di Monaco aveva sospeso il programma, senza peraltro fermare la ricerca, per l'assenza di una rete adeguata di stazioni di rifornimento. A rilanciare l'idrogeno, oggi, sono i costruttori giapponesi: Toyota, Honda e Nissan, che hanno deciso di unire le forze per favorire e velocizzare la diffusione di un'infrastruttura di stazioni di rifornimento di idrogeno sul territorio nipponico, proseguendo sulla strada già indicata nel 2014 dal governo con i primi finanziamenti e gli incentivi statali che arrivano fino a 2 milioni di yen per ogni auto acquistata, poco meno di 15mila euro al cambio attuale.
Sul fronte del prodotto Toyota ha iniziato a vendere in Giappone la berlina Mirai, che solo nel primo mese di commercializzazione è stata richiesta in più di 1.500 unità, praticamente il doppio della produzione di 700 esemplari prevista per tutto il 2015. Honda si appresta a lanciare la Fcv, poi toccherà a Nissan. Perché il ritorno all'idrogeno? L'idrogeno non è una fonte di energia ma un vettore, cioè un mezzo che - come l'elettricità - trasporta l'energia immagazzinata quando è stato prodotto. La sua molecola H2, utilizzata in numerosi processi industriali, può essere ottenuta in due modi: tramite gassificazione o elettrolisi. Il processo di gassificazione - quello oggi più diffuso - utilizza acqua e metano o altri combustibili fossili, che fatti reagire ad alte temperature si convertono in idrogeno (H2) e anidride carbonica (CO2). L'elettrolisi, invece, corrente elettrica alle molecole d'acqua per convertirle in idrogeno e ossigeno. La gassificazione produce CO2 di scarto, ma in questo processo la generazione dell'anidride carbonica avviene in maniera controllata, all'interno di un sistema chiuso. L'idrogeno permette di accumulare in spazio e volume inferiori, rispetto alle batterie, la quantità di energia necessaria a un'auto per percorrere centinaia di chilometri con un duplice vantaggio: autonomia superiore ed emissioni allo scarico di solo vapore acqueo. Inoltre, avendo un motore elettrico, l'auto a idrogeno è silenziosa come quella elettrica, ma non richiede lunghi tempi di ricarica. Resta il problema della carenza di infrastrutture, ma i giapponesi sono intenzionati a fare sul serio.
Con obiettivi molto ambiziosi: il governo punta a far circolare 100mila vetture e 100 autobus a idrogeno a Tok'o entro il 2025, con l'apertura di 80 stazioni di rifornimento.Il Giappone vuole a diventare idrogeno-friendly anche in vista delle Olimpiadi di Tokio del 2020, per offrire al mondo l'immagine di un Paese che riesce ad anticipare i tempi sul fronte della mobilità sostenibile.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.