Trieste, immigrati armati aggrediscono cittadini. "Questa è Kabul. Italia m..."

Un gruppo di migranti ha allontano un gruppo di cittadini, scesi in strada per l'iniziativa di Stop prima Trieste e Noi nazionalisti forconi, con minacce e armati di spranghe

Trieste, immigrati armati aggrediscono cittadini. "Questa è Kabul. Italia m..."

Scene di guerriglia urbana, paura e tensione: tutta colpa di un gruppo di profughi infastiditi dall'iniziativa di Stop prima Trieste e Noi nazionalisti forconi, a cui prendevano parte i cittadini di Trieste.

I migranti non hanno digerito il sopralluogo dei triestini scesi in strada. In un clima particolarmente accesso hanno offesso e minacciato i partecipanti all'iniziativa. Al grido di "Qui è Kabul, non Italia" e "Italia di m...", i richiedenti asilo, che stazionano nei capannoni fatiscenti, armati di spranghe metalliche, hanno anche provato ad allontare i cittadini. Marco Prelz, Giacomo Sturniolo e Antonio Carrese, di Stop prima Trieste, hanno solo potuto rispondere "Questa è casa nostra, non Kabul".

Il racconto dei presenti

Sturniolo sulle pagine de Il Gazzettino fa sapere che "non siamo qui per fare ronde o manifestazioni ma da privati cittadini, Caritas e Ics sono tanto bravi nel parlare di umanità nell'accogliere le persone mentre qui cè un albergo a cielo aperto, volevamo parlare con un gruppetto e il risultato, dopo dieci minuti, è che stavano venendo alle mani". Prelz gli fa eco: "Cinque ragazzi ci hanno affrontato con delle spranghe dicendo 'Qui non è Italia, questo è Kabul"' non è ammissibile perchè significa che lo Stato ha fallito. Hanno anche tentato di colpire le due donne della comitiva. Non vogliono aiuto, sono volgari e offensivi".

La situazione nell'area del Silos accanto alla Stazione ferroviaria, dove si sono registrate le minacce durante l'iniziativa, non è degenera solo grazie all'intervento delle volanti della Polizia.

Gli agenti hanno anche avuto modo di raccogliere le testimonianze dei presenti: "Hanno tentato - racconta ancora Prelz - di toglierci i cellulari dalle mani e di darmi un pugno in faccia ma alla vista dei poliziotti si sono allontanati e nascosti, ormai hanno ghetizzato l'area".

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