Vincent Bollorè, il "raider" venuto dalla Bretagna

Ecco chi è Vincent Bollorè, primo azionista di Vivendi e di Telecom, oggi indagato per concorso in aggiotaggio dalla procura di Milano

Vincent Bollorè, il "raider" venuto dalla Bretagna

Da Mediobanca a Generali ai legami con Ligresti, fino a Telecom, di cui è primo azionista e Mediaset, di cui controlla il 28,8% del capitale e il 29,94% dei diritti di voto dopo la tumultuosa campagna di dicembre: i legami di Vincent Bollorè con l'Italia sono di vecchia data.

Classe 1952, nato a Boulogne-Billancourt, per Forbes vanta un patrimonio di 4,7 miliardi di dollari ed è al 248mo posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo. Vincent Bollorè, che ha preso la guida dell'impero di famiglia nel 1981, rappresenta la sesta generazione di una dinastia di imprenditori di origini bretoni la cui fortuna partì nel 1822 grazie alle cartiere. Negli anni il finanziere francese è passato per il business del tabacco, l'energia, i trasporti, le telecomunicazioni, i media, guadagnandosi la fama di abile "raider" e il nomignolo di "petit prince du cash flow" (piccolo principe dei flussi di cassa).

Oggi, con il suo gruppo, è il primo azionista di Vivendi (ha il 14% del capitale) e ne presiede il consiglio di sorveglianza: si tratta di una "media company", proprietaria tra gli altri di Canal+ e della Universal music. In Francia ha lanciato anche il servizio di car sharing elettrico Autolib, per il quale aveva studiato con Pininfarina la Bluecar (oggi realizzata con Renault), ed è principale socio del colosso delle pubbliche relazioni Havas.

Bollorè è entrato nel mondo della finanza in Italia attraverso Mediobanca, di cui è ufficialmente socio dal 2002 ed è oggi secondo azionista (nonchè unico socio estero) con quasi l'8% del capitale vincolato al patto di sindacato; è stato membro del cda dell'istituto, da cui si è dimesso nel 2012 per evitare il cumulo degli incarichi. Fino a ottobre 2013 è stato anche vicepresidente di Generali, ultimo incarico ricoperto in Italia (del Leone ha una piccola quota di azioni dirette, oltre quelle controllate attraverso Mediobanca, primo azionista di Generali).

Nel curriculum ha anche un'alleanza con Salvatore Ligresti, quando acquistò nel 2010 il 5% della holding Premafin; l'operazione gli fruttò una multa da 3 milioni di euro da parte della Consob e 18 mesi di interdizione per avere, a detta della commissione, "gonfiato" il prezzo delle azioni in vista del passaggio di controllo, poi naufragato, a Groupama. A lungo si è parlato inoltre di un suo interesse per Pininfarina, ma la partnership si è poi limitata alla costruzione dell'auto elettrica "Bluecar". Risale a fine giugno del 2015, infine, la scalata su Telecom Italia, di cui è diventato, tramite Vivendi, azionista di riferimento con il 14,9% delle azioni ordinarie; per poi salire al 24,9% a marzo di quest'anno.

Prima della rottura del contratto su Mediaset Premium e della "scalata ostile" su Mediaset - come l'ha definita il Biscione - Bollorè è stato considerato per anni vicino a Silvio Berlusconi grazie alla mediazione dell'amico comune Tarak Ben Ammar (che siede nei cda di Telecom e Mediobanca e Vivendi). Il finanziere vanta amicizie di peso anche in Francia. Celebri, con corollario di polemiche, furono nel 2007 le vacanze dell'allora presidente francese Nicolas Sarkozy su "Paloma", lo yacht da 60 metri del finanziere.

Quanto alla vita privata, Bollorè si è sposato due volte e ha quattro figli; il più grande, il 36enne Yannik, è alla guida di Havas mentre la più giovane, la 28enne Marie, è sbarcata in Italia e da meno di un anno è membro nel cda di Mediobanca. Del resto, Vincent Bollorè ha più volte ripetuto che lascerà gli affari al compimento del settantesimo anno di età. "Ma fino al 17 febbraio 2022 saremo qua", ha promesso in passato.

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