Willy, è omicidio volontario. Ma senza aggravante razziale

La procura cambia il capo d'imputazione e contesta i futili motivi: "Colpi sferrati con corpi contundenti"

Willy, è omicidio volontario. Ma senza aggravante razziale

Roma. Omicidio volontario aggravato dai futili motivi, non da odio razziale, per i picchiatori di Artena. La Procura di Velletri cambia il capo d'imputazione per i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. La decisione si basa sulle testimonianze, e al referto autoptico, che parlano di colpi violentissimi (anche con corpi contundenti) quando Willy è sanguinante a terra e non si muove più. Il colpo mortale è quello sferrato dall'ex pugile professionista Gabriele Bianchi o da suo fratello Marco, esperto di arti marziali? E spuntano altri indagati: Omar Sahbani e Michele Cerquozzi. Avviata anche un'indagine patrimoniale sui fratelli Bianchi. Nella ricostruzione della sera maledetta un dato: nel Suv arrivano al pub di Colleferro in cinque. Gabriele e Marco Bianchi, Vittorio Tondinelli, Omar Sahbani e Michele Cerquozzi. È il gruppo di Artena che incontra nel locale due amici, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. A Colleferro li conoscono come «picchiatori di professione», famigerati per risse e prepotenze. I fratelli Bianchi escono con Tondinelli e vanno con tre donne, mai identificate. Il gruppetto è appartato in uno spiazzo vicino al cimitero quando arriva la richiesta di aiuto di Cerquozzi. «Stiamo litigando ma loro sono il doppio, correte». È Pincarelli, ubriaco, a scatenare la lite facendo pesanti apprezzamenti a tre ragazze di Colleferro. Il fidanzato di Azzurra, Alessandro Rosati, interviene assieme a Federico Zurma, compagno di scuola di Willy. Ma è Belleggia, nonostante un avambraccio ingessato, a menare le mani per primo spingendo giù per le scale del «Due di Picche» Zurma. La reazione del gruppo di Colleferro non si fa attendere e Cerquozzi chiama i Bianchi. In strada decine di persone. Willy vede Federico in difficoltà, interviene. Torna il Suv. I Bianchi scendono e si scagliano sul primo che capita: Willy, vicino a Belleggia e Pincarelli. Decine di testimoni raccontano la stessa versione: a sferrare il primo colpo allo stomaco (secondo altri alla gola) «è stato uno dei fratelli Bianchi, quello alto (Gabriele ndr)» mette a verbale Faiza Rouissi. È lei a soccorrere il 21enne capoverdiano assieme alla sua amica Nicoleta Soceanu. Gabriele è il più alto dei due fratelli. Belleggia, invece, accusa Marco di aver colpito per primo. Immediatamente dopo, questione di attimi, su Willy piombano almeno in quattro. I Bianchi, Pincarelli e Belleggia. Sul quinto uomo, come affermano i testimoni, mistero. È Vittorio Tondinelli, sceso anche lui dall'auto o Omar Sahbani? Federico Zurma, nonostante Willy sia intervenuto proprio in sua difesa, non avrebbe visto nulla. Era da un'altra parte di piazza Oberdan, dice. A veder morire Willy sono Faiza e Nicoleta assieme a un soccorritore e al maresciallo dei carabinieri Carella. I criminali sono fuggiti, sgommando sull'asfalto, in direzione Artena. Samuele Cenciarelli, Matteo Larocca e Marco Romagnoli, gli amici di Willy di Paliano, vengono travolti dalla furia dei picchiatori.

Saranno le loro descrizioni, fra le altre, a inchiodare il branco: «Saltavano sopra al corpo di Willy steso a terra e già inerme». AI funerali, che si svolgeranno questa mattina al campo sportivo comunale di Paliano, parteciperà il premier Giuseppe Conte. L'eppello dei genitori di Willy: «Ai funerali indossate tutti magliette bianche in segno di purezza»

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