Ma quant'è buonista quel reality nudista

Sull'"Isola di Adamo e Eva" si vive senza vestiti ma con tutti i comfort Nulla è più innaturale di mostrare una «finta» natura selvaggia

Ma quant'è buonista quel reality nudista

Quanti corsi e ricorsi sulla fascinazione per la natura bella e buona, soprattutto da Jean Jacques Rosseau in poi, e annesso ritorno del mito del buon selvaggio, soprattutto in Occidente e in televisione, mentre nel Terzo Mondo vogliono diventare come noi, giustamente. Altrimenti i profughi africani li rimanderemmo a casa dicendo loro: state dove siete, noi siamo troppo civilizzati, facciamo schifo.

Ah, i «paradisi incontaminati»! Come quello presentato su Deejay Tv a L'isola di Adamo e Eva da Vladimir Luxuria, vestita come un'olandesina colorata per bambini trans, più contaminati di così si muore, se la trovassero davanti scapperebbero anche le tartarughe delle Galapagos di Charles Darwin.

Il format: un lui e una lei su un'isola, per conoscersi e innamorarsi. Poi arriva un terzo Adamo e lei deve scegliere tra i due contendenti, un gioco delle coppie con i genitali en plein air , benché censurati con il cerchietto appannato (si vedono solo i culi, tanto perfino nei porno il genere più frequentato anche dagli etero è l'anal, visto il culo visto tutto, Luxuria si è operata invano).

Io non ho mai capito neppure il nudismo, propagandato in chiave trasgressiva, quando è esattamente il contrario, tant'è, si sa, una ragazza in minigonna è più nuda di una ragazza nuda, e la lingerie a letto serve a essere ancora più nudi.

In ogni caso, tornando a Adamo e Eva e Luxuria, dialoghi imbarazzanti e imbarazzati. Dopo tre ore che si parlano sulla spiaggia, Adamo, coatto e palestrato, dice a Eva: «Che idea ti sei fatta di me ora che mi conosci meglio e abbiamo parlato tanto?». E lei, pensandoci: «Hai un bel fisico». Due zulù ne direbbero di migliori.

Tra l'altro se in natura, quella incontaminata, arrivasse un terzo contendente, l'altro gli spaccherebbe naturalmente la testa con una clava senza farsi troppi problemi, e se lo mangerebbe, è per questo che i Neanderthal si sono estinti (come dice lo scienziato Giovanni Bignami «si facevano bistecche l'uno dell'altro»), il cannibalismo è naturale, tanto quanto lo stupro e l'infanticidio.

Inoltre non c'è niente di più innaturale di questi format , inquadrature e storyboard costruiti quanto una pubblicità di un'agenzia di viaggi, sabbia bianca e mare cristallino e neppure una zanzara, non si sa neppure dove fanno la cacca. E la prima Eva, Polina e scemina pure lei, è perfino smaltata di rosso, e alla fine i due neppure si accoppiano. Quando viceversa è per questo che hanno spopolato reality tamarri sul genere di Geordie Shore e Gandìa Shore , per vederli scopare, non certo per sentirli parlare (come nelle edizioni straniere del Grande Fratello , qui le hanno sempre censurate e infatti gli ascolti sono andati giù).

Almeno nel format olandese Nudi e spaventati , o nello statunitense Ultimate Survival di Ben Grylls, li scaraventano in una giungla e li lasciano a se stessi a procurarsi cibo e acqua, unghie sporche e graffi di rami sulla faccia, e puoi sperare che non ce la facciano e crepino e vinca la selezione naturale. Non succederà, ma finché c'è vita c'è speranza. Eppure anche questo non basta, ci vorrebbero leoni, tigri, ghepardi, coccodrilli, serpenti velenosi, infezioni, peste e vaiolo, è la differenza tra la natura incontaminata e un villaggio Valtur per cerebrolesi. Come Into the wild , due ore di noia e la liberazione quando questo scemo muore mangiando delle bacche avvelenate.

Così, a pensarci, l'unico momento emozionante delle isole televisive fu la prima edizione dell' Isola dei famosi , quando Giada De Blanck si ferì una gamba, me la ricordo ancora come fosse oggi, quel magnifico squarcio sulla coscetta bianca. Troppo poco, per la verità, e però in compenso lei piangeva e strillava come se uno squalo bianco le avesse amputato una gamba, fu veramente un godimento vederla.

Voglio dire, l'idea di riportare gente moderna allo stato primitivo è buona, però per essere educativa bisogna lavorarci sopra e in maniera seria, rispettando la natura che è fondata sullo scorrere del sangue. Insomma, se Homo Sapiens fosse stato come Luxuria, Emanuele e Polina, avrebbe prevalso il Neanderthal, e magari oggi vedremmo reality di astrofisici che discutono al Ritz sorseggiando champagne.

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