Dal rigattiere di parole: "Berghinella, berlingare"

“Ragazza ciarliera, talvolta scostumata” (Zingarelli); ma il suono allegro della parola impedisce di scivolare nella volgarità. Per il Tommaseo è “femmina plebea di bassa condizione, e talora non di buona fama”. Per alcuni deriva da berg, borgo, per altri da berlingare che vuol dire gozzovigliare

 Dal rigattiere di parole: "Berghinella, berlingare"

“Ragazza ciarliera, talvolta scostumata” (Zingarelli); ma il suono allegro della parola impedisce di scivolare nella volgarità. Per il Tommaseo è “femmina plebea di bassa condizione, e talora non di buona fama”. Per alcuni deriva da berg, borgo, per altri da berlingare che vuol dire gozzovigliare.

Sempre il Tommaseo riferisce che “berghinelluzza si chiama in Firenze una donna artefice e plebea, come dire di quelle che stanno tutto il dì sull'uscio di sua casa ad incannar la seta o filare a filatojo, e chiacchierare e novellare insieme”. “Berlingare” è “ciarlare, cinguettare, avendo ben pieno il ventre ed essendo ben riscaldato dal vino”; lo stesso autore suggerisce la derivazione non da lingua, ma da lingo, leccare, da cui “leccone e simili”.

Berlingatore è chi berlinga,quindi “cicalone, chiacchierone”.

“Berlingaccio” è l'ultimo giovedì di Carnevale, il Giovedì grasso; “Berlingaccino” è il Giovedì penultimo “giacchè anco le feste del ventre hanno la loro preparazione”. Da qui anche “sberlingacciare”, far baldoria festeggiando Berlingaccio.

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