In viaggio verso sud Per guardare da vicino il buio oltre la siepe

Ken Follett racconta la lotta del "mezzosangue" George per la conquista dei diritti civili nell'America di Kennedy

In viaggio verso sud Per guardare da vicino il buio oltre la siepe

George si mise in fila con gli altri allo sportello e acquistò un biglietto per New Orleans. Raggiunse l'autobus e consegnò la sua valigetta perché venisse caricata nel vano bagagli. Sulla fiancata dell'autobus c'erano l'immagine di un grande levriero e lo slogan: è una tale comodità prendere il bus... e lasciare la guida a noi. George salì a bordo.

Un organizzatore gli indicò un posto davanti. Ad altri venne detto di sedersi a coppie interrazziali. L'autista non prestò alcuna attenzione ai Riders e i passeggeri normali sembrarono solo blandamente incuriositi. George aprì il libro che gli aveva dato sua madre e lesse la prima riga.

Un attimo dopo l'organizzatore mandò una delle donne a sedersi vicino a George. Lui la salutò con un cenno del capo. Era contento. L'aveva già incontrata un paio di volte e gli era simpatica. Si chiamava Maria Summers. Era vestita con un semplice abito estivo di cotone grigio chiaro, accollato e dalla gonna ampia. La sua pelle aveva lo stesso colore caldo e scuro di quello della madre di George, il naso era grazioso e appiattito e le labbra facevano venire voglia di baci. George sapeva che la ragazza frequentava la facoltà di legge a Chicago e che, come lui, stava per laurearsi, per cui probabilmente avevano la stessa età. Riteneva che Maria fosse non solo intelligente, ma anche determinata. Doveva esserlo se era riuscita a entrare alla facoltà di legge superando due handicap: essere donna e nera. George chiuse il libro mentre l'autista metteva in moto e partiva. Maria abbassò lo sguardo e disse: « Il buio oltre la siepe . L'estate scorsa ero a Montgomery, in Alabama». Montgomery era la capitale dello Stato. «Cosa ci facevi là?» chiese George. «Mio padre è avvocato e un suo cliente aveva citato in giudizio lo Stato. Durante le vacanze lavoravo per papà».

«Avete vinto?». «No. Ma non voglio che tu smetta di leggere per me». «Stai scherzando? Posso leggere in qualunque altro momento. Quando mai a un tizio in autobus capita di avere di fianco una ragazza carina come te?». «Oh, santo cielo» disse Maria. «Mi avevano avvertito che sei un adulatore». «Ti svelerò il mio segreto, se vuoi».

«Okay, di che si tratta?».

«Sono un tipo sincero».

La ragazza rise.

«Ma, per favore, non divulgare la notizia» aggiunse George.

«Mi rovinerebbe la reputazione».

L'autobus attraversò il Potomac ed entrò in Virginia sulla Route 1. «Adesso sei nel Sud, George» disse Maria. «Hai paura?».

«Ci puoi scommettere».

«Anch'io».

La strada era uno squarcio dritto e sottile in mezzo a chilometri e chilometri di foresta verde primaverile. Attraversarono cittadine dove gli uomini avevano così poco da fare che si fermavano a osservare il passaggio dell'autobus. George non guardò molto fuori dal finestrino. Venne a sapere che Maria era cresciuta in una famiglia di stretta osservanza religiosa e che suo nonno era un predicatore. Lui le confessò che andava in chiesa soprattutto per fare piacere a sua madre e Maria ammise che per lei era la stessa cosa. Chiacchierarono per tutto il tempo fino a Fredericksburg, ottanta chilometri di strada.

I Riders si fecero silenziosi quando l'autobus entrò nella storica cittadina dove ancora vigeva la supremazia bianca. La stazione Greyhound si trovava tra due chiese in mattoni rossi con le porte bianche, ma nel Sud la cristianità non era necessariamente un'indicazione attendibile. Quando il veicolo si fermò, Gorge vide i bagni e rimase sorpreso nel constatare che, sopra le porte, non c'erano i cartelli solo bianchi e solo neri. I passeggeri scesero e sbatterono le palpebre nel sole. Osservando con più attenzione, George notò spazi più chiari sopra le porte dei bagni e dedusse che gli avvisi segregazionisti dovevano essere stati tolti da poco.

I Riders misero comunque in atto il loro piano. Per prima cosa, un organizzatore bianco entrò nello squallido bagno sul retro, chiaramente previsto per i negri. Ne uscì illeso, ma quella era la parte più facile. George si era già offerto volontario come persona di colore che avrebbe sfidato le regole. «Ci siamo» disse a Maria, ed entrò nel bagno pulito e tinteggiato di recente il cui cartello solo bianchi era stato senza dubbio appena rimosso.

© 2014 by Ken Follett

© 2014 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano

Per gentile concessione di Luigi Bernabò Literary Agents

Per gentile concessione dell'editore, pubblichiamo uno stralcio de I giorni dell'eternità (Mondadori, pagg. 1224, euro 25) di Ken Follett. Il romanzo è la conclusione della trilogia «The Century» (i primi due titoli sono «La caduta dei giganti» e «L'inverno del mondo», editi da Mondadori) dedicata al Novecento, nella quale Ken Follett segue il destino di cinque famiglie legate tra loro: una americana, una tedesca, una russa, una inglese e una gallese. Dai palazzi del potere alle case della gente comune, le storie dei protagonisti si snodano e si intrecciano nel periodo che va dai primi anni Sessanta fino alla caduta del Muro di Berlino, passando attraverso eventi sociali, politici ed economici quali le lotte per i diritti civili in America, la crisi dei missili di Cuba, la Guerra fredda, gli omicidi dei fratelli Kennedy e di Martin Luther King, il Vietnam, lo scandalo del Watergate. In America, George Jakes, figlio di una coppia mista, rinuncia a una promettente carriera legale per entrare al dipartimento di Giustizia di Robert Kennedy e partecipa alla dura battaglia contro la segregazione razziale.

Parte oggi sui social network di Libri Mondadori l'operazione

#FollettDay, una giornata di celebrazione interamente dedicata all'autore inglese. In palio un weekend a Berlino. Per partecipare basta seguire l'hashtag #follettDay sui profili facebook, instagram e twitter di librimondadori.

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